- L'immaginifica storia alla scoperta del flusso -
- Prologo -
Giorni di viaggi intensi, mercati, colori, gente con la pelle mora e tanta polvere, tanta fatica, tanto verde, tanta musica e troppa amicizia, sempre quella che ti sconvolge nella sua semplicità. Ancora tramonti da mille colori che ti beffano facendoti credere che la luce è ormai morta, esplodendo invece in un giallo che ti trasporta in una altro luogo tutto rosato. E ancora albe, treni, ruote, passi e parole, fino a raggiungere l’età di settantacinque anni e collassare dalla fatica, per colpa di una schiena che ha già visto troppa vita. E finalmente una città, un letto, una doccia e cibo che quasi non toccavo da due giorni causa la crisi fisica.
Ti svegli poi la mattina riposato, e sai che manca poco, 4 giorni, un paio di settimane al Natale che passerai con la famiglia, quindi bue e asinello anche se lama e guanaco sarebbero più a tema con le terre dalle quali arrivi, le Ande.
Ti svegli nuovo e fuori dal vetro appare un giorno strano, stai venendo dal deserto dopotutto, è uno di quei tuoi giorni dove la mente viaggia lontano.
Quei giorni. Uno di quelli hai deciso di uscire alla luce a giocare in questo buffo e assurdo mondo.
A day of cold november rain. Siamo in dicembre e non fa freddo essendo nell’emisfero australe, ma la sensazione è quella, come un regalo per trovare la mente giusta per pensare a quello che sta succedendo.
Sto tornando a casa, il viaggio in sud America è finito.
Vedo Bologna, una figura incappucciata sui gradini della piazza con una birra in mano. Vedo il mio skate scivolare veloce sul tubo di ferro della rampa e sento gli amici gridare, sento la mia mano che veloce accarezza un ripido pendio di fresca neve vergine mentre cavalco con lo snowboard su quelle montagne che sempre più amo, e sento gli abbracci di tutti gli amici.
Trascino i miei passi in quest’ultima notte su strade di una città ormai conosciuta, sento musica che attraversa le orecchie ma non penetra nel corpo. Come sagoma invisibile mi nascondo nel cappuccio per vedere e non essere visto, solo due occhi invisibili che osservano scivolando su una melodia che viene da dentro, dalla colonna sonora ormai innestata nel cervello.
Storie per le strade del mondo che scorrono su sequenze di mattonelle poco colorate illuminate da lampade giallastre, piedi che pestano, scivolano o a volte calciano.
Flash di immagini che appaiono come rutti improvvisi, tirando su vecchi odori, come una jeep color salmone o l’odore gelido di passi scanditi dal freddo, verso quella casa sconosciuta e una festa.
A volte tutto si ferma e tu lo sai,
“…everybody need some times on their own, everybody need some times all alone…” e realizzi che sei di nuovo solo tu con le tue gambe, che ancora spingeranno una matta mente verso l’ignoto…forse.
Difficile fissare una mente in una vita tempestosa.
Jonny AvventurA
----
Erano passati più di 4 anni da quel giorno.
Jonny era seduto alla scrivania della sua stanza, erano le tre di notte. L'incenso spandeva il suo aroma, mentre cinque viaggiatori recuperati per strada dormivano sparpagliati per la sua casa dopo una deliziosa cena iraniana, c’era molto amore nell’aria.
La luna sarebbe stata piena in ventiquattro ore ma in quel momento non brillava di meno splendore, fiera in fronte alla grande finestra di quella stanza in Nuova Zelanda. La musica alla radio era perfetta per viaggiare ancora un po più in là.
Jonny was feeling so blessed.
Fissò la luna a lungo, ricordando tutte quelle volte che si era trovato solo con lei in posti meravigliosi, o in situazioni assurde. Luna piena è tempo di arte.
Ma ci fu una volta in cui la luna aveva sancito qualcosa di veramente unico.
…
Gli alberi stavano di nuovo diventando sagome nere all’orizzonte. L’odore della salvia bruciata nella cerimonia in onore della montagna riempiva l’accampamento, un semplice bivacco in una nicchia protetta dal vento. Mentre infilato nel sacco a pelo mi coprivo con un telo di plastica, mi venne in mente quella volta sulle Ande al confine con la Bolivia quando percorrevo un sentiero di antiche cerimonie.
Guardai ancora il fuoco prima di scomparire sotto i teli, come quella volta, solo con un nome diverso, grazie Papa Tua Nuku, grazie Pachamama, grazie Madre Terra.
All’alba sarei ripartito, mancavano ancora 20 km per arrivare al monte del profeta dai capelli verdi.
Questa storia era cominciata poco tempo prima, non mi sentivo bene, avevo perso di vista il senso in questa vita, che a forza avevo cercato di far rientrare negli standard di un lavoro, amici, una ragazza e delle vacanze. Non stava funzionando per niente.
Un giorno più confuso del solito, davanti a uno specchio, dove nessuno mi potesse sentire ne giudicare mi guardai in faccia e a voce alta mi posi qualche semplice domanda:
Sei felice? Stai vivendo la tua leggenda personale? Cosa Desideri?
No. Non lo stavo facendo, non lo sapevo. Molte domande e dubbi mi affollavano la testa, avevo bisogno di un consiglio.
Una vecchia pazza mi aveva confidato di conoscere un profeta che una volta l’aveva aiutata. La donna, considerata squilibrata dalla gente, aveva negli occhi una scintilla che chi la giudicava non aveva. Decisi di ascoltarla e di andare a cercare il profeta.
- Si fa chiamare il profeta dai capelli verdi, alla base della montagna lo conoscono. Chiedi di lui, ma vai solo.- Così mi disse.
Così ora mi trovavo qua.
…
Il profeta guardo Jonny negli occhi.
Un corvo passò e lancio un occhiata curiosa ai 2 personaggi che si stagliavano all'uscita della grotta; due sagome che diventavano nei profili nel tramonto, unendosi a quel unica visione cosmica.
Poi lui parlò:
- Non so Jonny, il tuo futuro e' incerto.
Anche io posso dirti poco, molti ti direbbero che potresti fare una brutta fine. -
Jonny abbasso gli occhi, ma un leggero sorriso di serenità e consapevolezza comparve sul suo viso.
Guardò il profeta e fece per parlare, ma si fermò.
- No, non dire niente Jonny. Lo so.
Non e' il futuro quello che vai cercando, ne' la certezza. Già hai trovato la chiave per le porte della percezione. –
Il profeta guardò il cielo.
Il sole era già dietro la cordigliera aguzza di roccia nera, il cielo era arancio e i raggi del sole attraversavano le nuvole basse tagliando il cielo.
Respirò a fondo rumorosamente.
Si vuotò, poi si riempì, poi parlò.
- Nei tuoi occhi c'e' la mappa del tuo cammino.
Verdi come i frutti della terra, gli alberi, custodi della vita, messaggeri del cuore della terra, cambiano con le stagioni di colore e umore, come i tuoi occhi.
La tua compagna avrà occhi di terra, madre generatrice di vita, custode del cuore. In lei pianterai le tue radici e potrai finalmente far sbocciare le tue gemme.
Troverai in lei la pace e il luogo che quasi possiedi, che hai compreso, ma sai che ti manca una parte.
Trovala negli occhi. Saprai!
E vostro figlio avrà occhi di cielo, frutto della vostra evoluzione e amore, si innalzerà verso il cielo per completare il ciclo divino. –
- Grazie profeta. –
- Ora vai Jonny. –
Jonny unì le mani davanti alla fronte come in preghiera e le fece scendere sul cuore, si inchinò con rispetto.
- Namaskar dada –
Fece un grande respiro, attirando a se l'energia di quel luogo magico, poi si vuotò i polmoni restituendo quella energia caricata della sua gratitudine.
Si congedò dal profeta e si infilò l'imbrago per andarsene.
Arrivare non era stato facile, aveva scalato pareti molto verticali, la discesa non sarebbe stata una passeggiata.
Fissò un ancoraggio intorno a uno spuncione solido per calarsi e gettò la corda oltre il margine verso l'abisso, la passò attraverso il discensore e fece un nodo proust di sicurezza.
Lentamente caricò il peso nel imbrago e si sporse verso l'aria sottile, guidato ora dalla luce della luna.
Era sempre emozionante per Jonny calarsi sospeso da quella corda da 9 mm verso la ferma valle; una piccola sagoma nera che scendeva lungo una linea come un piccolo ragno.
Ora sapeva.
Negli occhi.
Forse avrebbe vagato per sempre impazzito di vita, ma forse l'avrebbe trovata.
Jonny aveva deciso, sarebbe partito alla scoperta di quello che il mondo aveva da insegnargli.
Sarebbe partito alla ricerca di quegli occhi, che forse erano metafora.
Sarebbe partito alla scoperta dell’amore e della fede.
…
Ma chi è Jonny Avventura?
Jonny è colui che osa spingersi nel regno del desiderio, dove ogni certezza traballa instabile, è la voce dell’istinto e della passione più ancestrale che si possa trovare. È anche la voce della pazzia genuina, un essere talmente eclettico e vario che è impossibile trovarne una definizione. Mentre qualcuno ci sta pensando, lui si è già lanciato in una nuova avventura che lo trasformerà completamente. Ogni giorno Jonny nasce nuovo e pronto a vedere che avventura gli porterà la vita, senza passato a cui attaccarsi per scegliere cosa è stato, senza futuro al quale guardare per decidere cosa vorrà essere.
Jonny è.
È il jolly, l’elemento casualità che aiuta a comporre i giochi.
Incosciente e imprevedibile, le sue parole spesso sono accecate da una passione per la vita che lo fa farneticare. Zitto Jonny, è meglio che metti in moto l’avventura piuttosto.
Jonny ambisce ad essere puro, non perfetto, ne giusto ne sbagliato. Vuole giocare la vita, perché è troppo bella per fare i seri. Seri per cosa poi?
Jonny è il mio super eroe preferito.
Io sono con Jonny, o Jonny tenta di essere me, o io lui?
…
In un freddo inverno sperso tra le alpi era parcheggiato un vecchio furgone di nome Renata. Croste di ghiaccio ne ricoprivano il lato esposto a nord. Quel giorno il sole era alto e forte, ma il clima era triste in quel luogo, si respirava solitudine e abbandono mentre a torso nudo un mio io passato cercava di gelare via i demoni e di scaldare un cuore triste. La musica era alta e una canzone Punk dei Rancid iniziò. Era incasinata e confusa, ma diceva qualcosa come:
… when i’ve got the music i’ve got a place to go…
Quel giorno Jonny fece la sua prima timida comparsa nella mia vita, e iniziò a cercare la sua musica, il suo flusso, The flow.
…
Mi svegliai con la testa pesante per la festa della notte prima, accessi il cellulare per l’ultima volta, cercai la casella dei messaggi e iniziai a scrivere:
- Addio amico. Oggi pomeriggio parto, ho un posto che mi aspetta su un aeroplano che volerà verso l’Alaska. Come sai dopo l’esperienza con quel profeta volevo partire e stavo cercando un progetto di volontariato in Europa. Mi è capitato sotto gli occhi uno in Alaska, una terra che sognavo. È un segno. Oggi parto. Quel progetto dura solo 2 settimane ma io non so quanto starò via, ne dove andrò, questa volta voglio andare fino in fondo, trovare quel flusso di cui tanto abbiamo parlato . Ho pochi soldi con me, ma lavorerò alla pari nelle fattorie e mi farò ospitare, sono sicuro che me la caverò. Ti voglio bene amico. Jonny.-
Spensi il cellulare e lo gettai in fondo al cassetto .
Il Viaggio inizia da piccole cose come spegnere per l’ultima volta la televisione, un ultimo brindisi con gli amici, lasciare le chiavi a casa perchè non serviranno più, cose così.
Una gran decisione che ti si legge nel volto quando stringi l'ultima mano e sali sull'aereo senza idea di ritorno, senza sapere dove ti porterà veramente.
Ci entri dentro come nell'abbraccio della donna che hai sempre sognato, ti devi abbandonare completamente, solo così potrai arrivare al tuo Nirvana, e quello che succede allora e' talmente pieno e vero che non puoi più raccontarlo, puoi solo scrivere che si chiama VITA.
---
Da più di 2 anni ero tornato da un viaggio in sud America. Avevo cercato di reintegrarmi nel lavoro e nel modo di vivere della città ma non mi sentivo vivo.
Un incontro importante con un profeta mi aveva fatto infine decidere di riprendere la strada. Avevo iniziato cercando progetti di volontariato e lavoro alla pari in fattorie organiche in Europa, un giorno ricevetti una mail di un associazione sportiva per disabili in Alaska che aveva bisogno di aiuto.
Il grande nord era sempre stato il mio sogno.
Partivo verso Anchorage con una amica, Maya. Avremmo viaggiato insieme nell’ovest del nord America per 3 mesi, spostando là l’idea di lavorare nelle fattorie, per trovare ospitalità avremmo usato CouchSurfing, un gruppo web a cui facevo parte dal viaggio in Sud America.
Avevo richiesto e ottenuto il visto vacanza-lavoro per il Canada valido 6 mesi e avevo meno di 4000 euro in banca.
Lei tornava in Italia a settembre, io semplicemente non sapevo.
Voglio raccontarvi questa storia, un viaggio sincero, disegnato sopra una linea tirata dall’amicizia, dalla ricerca del significato di amare e dalla passione, avventure generate non da meri obbiettivi ma dal lasciarsi andare alla vita imparando che non si può controllare, ma solo giocare con essa nel rispetto scegliendo i propri strumenti. I miei sono il gioco, l’improvvisazione e l’amicizia-amore.
Alaska fu lo schiaffo per svegliarsi.
Canada il richiamo alla fede vivendo il sogno e il suo abbandono.
Messico fu la perdita del concetto tempo.
Fiji il mare lontano
Nuova Zelanda l’incubo del paradiso sognato.
Australia l’idea.
Thailandia la concretizzazione di un pensiero differente, silenzioso.
Il posto scompare, il tempo diventa prigione.
La terra non è un posto da visitare è casa nostra.
Voglio raccontarvi la storia sincera di Jonny Avventura.
Ti svegli poi la mattina riposato, e sai che manca poco, 4 giorni, un paio di settimane al Natale che passerai con la famiglia, quindi bue e asinello anche se lama e guanaco sarebbero più a tema con le terre dalle quali arrivi, le Ande.
Ti svegli nuovo e fuori dal vetro appare un giorno strano, stai venendo dal deserto dopotutto, è uno di quei tuoi giorni dove la mente viaggia lontano.
Quei giorni. Uno di quelli hai deciso di uscire alla luce a giocare in questo buffo e assurdo mondo.
A day of cold november rain. Siamo in dicembre e non fa freddo essendo nell’emisfero australe, ma la sensazione è quella, come un regalo per trovare la mente giusta per pensare a quello che sta succedendo.
Sto tornando a casa, il viaggio in sud America è finito.
Vedo Bologna, una figura incappucciata sui gradini della piazza con una birra in mano. Vedo il mio skate scivolare veloce sul tubo di ferro della rampa e sento gli amici gridare, sento la mia mano che veloce accarezza un ripido pendio di fresca neve vergine mentre cavalco con lo snowboard su quelle montagne che sempre più amo, e sento gli abbracci di tutti gli amici.
Trascino i miei passi in quest’ultima notte su strade di una città ormai conosciuta, sento musica che attraversa le orecchie ma non penetra nel corpo. Come sagoma invisibile mi nascondo nel cappuccio per vedere e non essere visto, solo due occhi invisibili che osservano scivolando su una melodia che viene da dentro, dalla colonna sonora ormai innestata nel cervello.
Storie per le strade del mondo che scorrono su sequenze di mattonelle poco colorate illuminate da lampade giallastre, piedi che pestano, scivolano o a volte calciano.
Flash di immagini che appaiono come rutti improvvisi, tirando su vecchi odori, come una jeep color salmone o l’odore gelido di passi scanditi dal freddo, verso quella casa sconosciuta e una festa.
A volte tutto si ferma e tu lo sai,
“…everybody need some times on their own, everybody need some times all alone…” e realizzi che sei di nuovo solo tu con le tue gambe, che ancora spingeranno una matta mente verso l’ignoto…forse.
Difficile fissare una mente in una vita tempestosa.
Jonny AvventurA
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Erano passati più di 4 anni da quel giorno.
Jonny era seduto alla scrivania della sua stanza, erano le tre di notte. L'incenso spandeva il suo aroma, mentre cinque viaggiatori recuperati per strada dormivano sparpagliati per la sua casa dopo una deliziosa cena iraniana, c’era molto amore nell’aria.
La luna sarebbe stata piena in ventiquattro ore ma in quel momento non brillava di meno splendore, fiera in fronte alla grande finestra di quella stanza in Nuova Zelanda. La musica alla radio era perfetta per viaggiare ancora un po più in là.
Jonny was feeling so blessed.
Fissò la luna a lungo, ricordando tutte quelle volte che si era trovato solo con lei in posti meravigliosi, o in situazioni assurde. Luna piena è tempo di arte.
Ma ci fu una volta in cui la luna aveva sancito qualcosa di veramente unico.
…
Gli alberi stavano di nuovo diventando sagome nere all’orizzonte. L’odore della salvia bruciata nella cerimonia in onore della montagna riempiva l’accampamento, un semplice bivacco in una nicchia protetta dal vento. Mentre infilato nel sacco a pelo mi coprivo con un telo di plastica, mi venne in mente quella volta sulle Ande al confine con la Bolivia quando percorrevo un sentiero di antiche cerimonie.
Guardai ancora il fuoco prima di scomparire sotto i teli, come quella volta, solo con un nome diverso, grazie Papa Tua Nuku, grazie Pachamama, grazie Madre Terra.
All’alba sarei ripartito, mancavano ancora 20 km per arrivare al monte del profeta dai capelli verdi.
Questa storia era cominciata poco tempo prima, non mi sentivo bene, avevo perso di vista il senso in questa vita, che a forza avevo cercato di far rientrare negli standard di un lavoro, amici, una ragazza e delle vacanze. Non stava funzionando per niente.
Un giorno più confuso del solito, davanti a uno specchio, dove nessuno mi potesse sentire ne giudicare mi guardai in faccia e a voce alta mi posi qualche semplice domanda:
Sei felice? Stai vivendo la tua leggenda personale? Cosa Desideri?
No. Non lo stavo facendo, non lo sapevo. Molte domande e dubbi mi affollavano la testa, avevo bisogno di un consiglio.
Una vecchia pazza mi aveva confidato di conoscere un profeta che una volta l’aveva aiutata. La donna, considerata squilibrata dalla gente, aveva negli occhi una scintilla che chi la giudicava non aveva. Decisi di ascoltarla e di andare a cercare il profeta.
- Si fa chiamare il profeta dai capelli verdi, alla base della montagna lo conoscono. Chiedi di lui, ma vai solo.- Così mi disse.
Così ora mi trovavo qua.
…
Il profeta guardo Jonny negli occhi.
Un corvo passò e lancio un occhiata curiosa ai 2 personaggi che si stagliavano all'uscita della grotta; due sagome che diventavano nei profili nel tramonto, unendosi a quel unica visione cosmica.
Poi lui parlò:
- Non so Jonny, il tuo futuro e' incerto.
Anche io posso dirti poco, molti ti direbbero che potresti fare una brutta fine. -
Jonny abbasso gli occhi, ma un leggero sorriso di serenità e consapevolezza comparve sul suo viso.
Guardò il profeta e fece per parlare, ma si fermò.
- No, non dire niente Jonny. Lo so.
Non e' il futuro quello che vai cercando, ne' la certezza. Già hai trovato la chiave per le porte della percezione. –
Il profeta guardò il cielo.
Il sole era già dietro la cordigliera aguzza di roccia nera, il cielo era arancio e i raggi del sole attraversavano le nuvole basse tagliando il cielo.
Respirò a fondo rumorosamente.
Si vuotò, poi si riempì, poi parlò.
- Nei tuoi occhi c'e' la mappa del tuo cammino.
Verdi come i frutti della terra, gli alberi, custodi della vita, messaggeri del cuore della terra, cambiano con le stagioni di colore e umore, come i tuoi occhi.
La tua compagna avrà occhi di terra, madre generatrice di vita, custode del cuore. In lei pianterai le tue radici e potrai finalmente far sbocciare le tue gemme.
Troverai in lei la pace e il luogo che quasi possiedi, che hai compreso, ma sai che ti manca una parte.
Trovala negli occhi. Saprai!
E vostro figlio avrà occhi di cielo, frutto della vostra evoluzione e amore, si innalzerà verso il cielo per completare il ciclo divino. –
- Grazie profeta. –
- Ora vai Jonny. –
Jonny unì le mani davanti alla fronte come in preghiera e le fece scendere sul cuore, si inchinò con rispetto.
- Namaskar dada –
Fece un grande respiro, attirando a se l'energia di quel luogo magico, poi si vuotò i polmoni restituendo quella energia caricata della sua gratitudine.
Si congedò dal profeta e si infilò l'imbrago per andarsene.
Arrivare non era stato facile, aveva scalato pareti molto verticali, la discesa non sarebbe stata una passeggiata.
Fissò un ancoraggio intorno a uno spuncione solido per calarsi e gettò la corda oltre il margine verso l'abisso, la passò attraverso il discensore e fece un nodo proust di sicurezza.
Lentamente caricò il peso nel imbrago e si sporse verso l'aria sottile, guidato ora dalla luce della luna.
Era sempre emozionante per Jonny calarsi sospeso da quella corda da 9 mm verso la ferma valle; una piccola sagoma nera che scendeva lungo una linea come un piccolo ragno.
Ora sapeva.
Negli occhi.
Forse avrebbe vagato per sempre impazzito di vita, ma forse l'avrebbe trovata.
Jonny aveva deciso, sarebbe partito alla scoperta di quello che il mondo aveva da insegnargli.
Sarebbe partito alla ricerca di quegli occhi, che forse erano metafora.
Sarebbe partito alla scoperta dell’amore e della fede.
…
Ma chi è Jonny Avventura?
Jonny è colui che osa spingersi nel regno del desiderio, dove ogni certezza traballa instabile, è la voce dell’istinto e della passione più ancestrale che si possa trovare. È anche la voce della pazzia genuina, un essere talmente eclettico e vario che è impossibile trovarne una definizione. Mentre qualcuno ci sta pensando, lui si è già lanciato in una nuova avventura che lo trasformerà completamente. Ogni giorno Jonny nasce nuovo e pronto a vedere che avventura gli porterà la vita, senza passato a cui attaccarsi per scegliere cosa è stato, senza futuro al quale guardare per decidere cosa vorrà essere.
Jonny è.
È il jolly, l’elemento casualità che aiuta a comporre i giochi.
Incosciente e imprevedibile, le sue parole spesso sono accecate da una passione per la vita che lo fa farneticare. Zitto Jonny, è meglio che metti in moto l’avventura piuttosto.
Jonny ambisce ad essere puro, non perfetto, ne giusto ne sbagliato. Vuole giocare la vita, perché è troppo bella per fare i seri. Seri per cosa poi?
Jonny è il mio super eroe preferito.
Io sono con Jonny, o Jonny tenta di essere me, o io lui?
…
In un freddo inverno sperso tra le alpi era parcheggiato un vecchio furgone di nome Renata. Croste di ghiaccio ne ricoprivano il lato esposto a nord. Quel giorno il sole era alto e forte, ma il clima era triste in quel luogo, si respirava solitudine e abbandono mentre a torso nudo un mio io passato cercava di gelare via i demoni e di scaldare un cuore triste. La musica era alta e una canzone Punk dei Rancid iniziò. Era incasinata e confusa, ma diceva qualcosa come:
… when i’ve got the music i’ve got a place to go…
Quel giorno Jonny fece la sua prima timida comparsa nella mia vita, e iniziò a cercare la sua musica, il suo flusso, The flow.
…
Mi svegliai con la testa pesante per la festa della notte prima, accessi il cellulare per l’ultima volta, cercai la casella dei messaggi e iniziai a scrivere:
- Addio amico. Oggi pomeriggio parto, ho un posto che mi aspetta su un aeroplano che volerà verso l’Alaska. Come sai dopo l’esperienza con quel profeta volevo partire e stavo cercando un progetto di volontariato in Europa. Mi è capitato sotto gli occhi uno in Alaska, una terra che sognavo. È un segno. Oggi parto. Quel progetto dura solo 2 settimane ma io non so quanto starò via, ne dove andrò, questa volta voglio andare fino in fondo, trovare quel flusso di cui tanto abbiamo parlato . Ho pochi soldi con me, ma lavorerò alla pari nelle fattorie e mi farò ospitare, sono sicuro che me la caverò. Ti voglio bene amico. Jonny.-
Spensi il cellulare e lo gettai in fondo al cassetto .
Il Viaggio inizia da piccole cose come spegnere per l’ultima volta la televisione, un ultimo brindisi con gli amici, lasciare le chiavi a casa perchè non serviranno più, cose così.
Una gran decisione che ti si legge nel volto quando stringi l'ultima mano e sali sull'aereo senza idea di ritorno, senza sapere dove ti porterà veramente.
Ci entri dentro come nell'abbraccio della donna che hai sempre sognato, ti devi abbandonare completamente, solo così potrai arrivare al tuo Nirvana, e quello che succede allora e' talmente pieno e vero che non puoi più raccontarlo, puoi solo scrivere che si chiama VITA.
---
Da più di 2 anni ero tornato da un viaggio in sud America. Avevo cercato di reintegrarmi nel lavoro e nel modo di vivere della città ma non mi sentivo vivo.
Un incontro importante con un profeta mi aveva fatto infine decidere di riprendere la strada. Avevo iniziato cercando progetti di volontariato e lavoro alla pari in fattorie organiche in Europa, un giorno ricevetti una mail di un associazione sportiva per disabili in Alaska che aveva bisogno di aiuto.
Il grande nord era sempre stato il mio sogno.
Partivo verso Anchorage con una amica, Maya. Avremmo viaggiato insieme nell’ovest del nord America per 3 mesi, spostando là l’idea di lavorare nelle fattorie, per trovare ospitalità avremmo usato CouchSurfing, un gruppo web a cui facevo parte dal viaggio in Sud America.
Avevo richiesto e ottenuto il visto vacanza-lavoro per il Canada valido 6 mesi e avevo meno di 4000 euro in banca.
Lei tornava in Italia a settembre, io semplicemente non sapevo.
Voglio raccontarvi questa storia, un viaggio sincero, disegnato sopra una linea tirata dall’amicizia, dalla ricerca del significato di amare e dalla passione, avventure generate non da meri obbiettivi ma dal lasciarsi andare alla vita imparando che non si può controllare, ma solo giocare con essa nel rispetto scegliendo i propri strumenti. I miei sono il gioco, l’improvvisazione e l’amicizia-amore.
Alaska fu lo schiaffo per svegliarsi.
Canada il richiamo alla fede vivendo il sogno e il suo abbandono.
Messico fu la perdita del concetto tempo.
Fiji il mare lontano
Nuova Zelanda l’incubo del paradiso sognato.
Australia l’idea.
Thailandia la concretizzazione di un pensiero differente, silenzioso.
Il posto scompare, il tempo diventa prigione.
La terra non è un posto da visitare è casa nostra.
Voglio raccontarvi la storia sincera di Jonny Avventura.