JOURNEY TO DHAMMA

JOURNEY TO DHAMMA
In VIaggio lungo l'HIMALAYA e oltre alla scoperta Dell'agricoltura naturale e nomadica. Serching the nirvana of NO Time, NO Space! RICETTE, IMMAGINI E RACCONTI DAL MONDO!

lunedì 25 ottobre 2010

Himalaya. Camera con vista.


Immagina polvere.
immaginane un po' di piu.
ora chiudi gli occhi perche' ti sta riempiendo la testa attraverso le pupille
respira la densita' ruvida dell'aria grigia.
nel mentre rocce cadono dalla montagna e 2 metri oltre la strada precipita in un abisso di pietre quasi verticalmente verso il sacro ganga.
attaccati al clacson cercando di farti sentire dal probabille camion che e' dietro la curva e riempie interamente la strada.
non vedo niente
il mondo e' polvere
ecco incastrati di nuovo
montagna che cade, camion, precipizio. non c'e' posto nemmeno per un bambino magrissimo per infilarsi oltre.
si gioca a chi passa prima
15 km in un ora e' il massimo che si puo riuscire a fare. piu o meno
25 se sei fortunato
ma suona il clacson

scimmie saltano tra gli alberi urlando mentre il verde rida colore al mondo che lascia il grigio assorbirsi nella valle di kedarnath
uccelli variopinti sfidano il colore brillante dei sacchetti di plastica e gli uomini sono ovunque e ammassati
ma la natura e' padrona e potente, eccetto i sacchetti di plastica. qua l'umo preferisce stare ammassato a casa sua.

le nubi si aprono prima del tramonto.
discuto sul prezzo dell'ingresso al parco con eszter e il guardiaparco che pensa io sia un ricco occidentale
taccio la nubi si aprono e in un punto che credevo solo cielo appare chocamba, 7800metri. dio.

3 di mattina la sveglia suona. sotto una via lattea che spara stelle cadenti fuori stagione osservo il carro grande levarsi verso il cielo mentre orione mi indica la direzione.
cerco la stella polare tra il carro grande e cassiopea.
le pietre si copriono di brina ghiaccita quando raggiungiamo i 3800 metri nel buio ancora totale.
suono la campana e sono in cima, 4090 metri. arriva eszter, suona la campana e insieme rendiamo omaggio al tempio e ci avvolgiamo in un panno.
fa freddo.
ore 6 am
il sole esce dalle montagne illuminando l'himalaya di qualcosa non spiegabile a parole

silenzio


pure bliss



prima alba himalayana










Jonny

venerdì 1 ottobre 2010

I N D I A

L'uomo accolse i due pellegrini sulla sommita' del tempio. Un palazzo costruito sul fianco della montagna, scale collegavano i piani in ognuno dei quali un qualche divinita si mostrava alla valle sotto. un tempio semplice, 9 piani che svettavano fuori dalla giungla. Le scimmie saltavano facendo ballare le cime degli alberi e il sacro fiume Ganga scorreva sotto, finalmente placato dopo la grande piena che aveva distrutto diversi ashram e le abitazioni di molti sadu.
La mano piccola e nera di quell'uomo appoggiata alla balaustra tocco quella di jonny per motrargli una montagna e dirgli il nome. I gesti erano il principale metodo di espressione spesso, anche se l'inglese era parlato da molte persone.
rishikesh, citta' dei santi, citta' di miracoli e di apprendimento, yoga, meditazione, depurazioni. gli incensi e i canti riempivano sempre le strade insieme a santi accattoni poco diversi dai vaneggiatori del pratello.
Citta' di turismo indiano e straniero. Compra, mangia, fuma, segui il corso, il solito carosello dello zoo dei turisti.

In quella piccola mano scura jonny vide la realta' di un presente non diverso da quell dei vecchi contadini dell'appennino bolognese.
Ognuno con la sua fatica, la sua gioia, la sua verita' e saggezza. Solamente diversa. Nessuna piu' importante dell'altra se fatta nel rispetto. La vera grande differenza era nella consapevolezza del proprio luogo, dell'interazione nella natura in cui si viveva.

Vide la valle del Ganga e capi un po di pii' dove era.

Si era in qualche modo poco importante ritrovato a rishikesh, famoso villaggio famoso per lo yoga e li senza mappa ne progetti aveva seguito le informazioni di gente che incontrava lungo la strada.
Aveva presto trovato buoni amici e decise che ri sarebbe rimasto fino che il flusso non l'avrebbe chiamato. una notte una dona lo fermo per la strada e in seguito gli presento' davanti un mazzo di carte.
-scegline una- gli disse
Jonny pesco la carta mentre il ganga infuriava nella notte vicino alla capanna di bambu dove stavano prendendo un te chiai.

pesco la carta e fu poco sorpreso da cio che vide. Era ciso che senza aspettare stava aspettando.
la carta diceva che qualcosa di molto simile stava per arrivare se era pronto a essere aperto a una nuova interpretazione dei rapporti.

Viaggiare ritorna un concetto strano nella mia mente, vorrei dire quasi sbagliato fatto in questo modo. Un aereo che ti precipta in un luogo dove ogni azione edistorta da una naturalita' a causa di una differenza culturale.
ma l'alterazione dei posti e' un fatto gia' accaduto a causa del colonialismo e del turismo. i risultati sono sempre stati pessimi. ora cerchiamo di rimediare, a volte in modi meravigliosi, ma la base parte da li'

viaggi troppo veloci o progetti da conquistadores.

da una casa sono nato e da li dovrei partire come pellegrino con le sole mie forze.
questo il modo che sento giust per il viaggio

ma rispetto quello che e' il cammino di ognuno e il mio quindi nato qua ora seguo questo flusso qua.
in completo abbandono.
e fin'ora e' uno spettacolo, eccetto l'attesa infezione intestinale con diarrea acuta tipica del benvenuto dell'india, finalmente superata.

Quindi avanti.

Poco prima di partire Jonny ebbe un ennesima sensazione spiacevole, e grazi all'essenziale supporto della saggia sorella decise per il piano B. il famoso piano B quello che ti dice di abbandonare i piani fatti a tavolino per adattarti a quello che ti porta la vita.
la vita e' sempre un piano B per quanto ci ostiniamo a cercare il piano A.

Vuoto lo zaino, saluto' rosso, butto 2 cose nella borsa e salto' sull'aereo con poco meno di niente.

Niente bici.

Pagina bianca.