barcollando scalzo per la strada jonny raggiunse la sua casa nel pieno della notte con una bottiglia di vino vuota nella mano
la notte era piena di stelle e le scarpe dimenticate in qualche angolo
completamente ubriaco si infilava per la diciannovesima volta dietro l'albero che segnava l'inizio di mt iron drive
quando sei vagabondo anche questa semplice azione puo diventare punto di interesse
riconoscere un angolo
si era dimenticato perfino di comprare il panettone per il giorno di natale
la credenza era vuota come il portafoglio
ma natale proprio non riusciva a sentirlo anche se c'era un gran senso di nostalgia che lo prendeva lontano dalla famiglia quell'anno
ma lui ancora non lo sapeva era solo ubriaco e un po triste
la mattina la radio disse che era natale mentre jonny mugugnava cercando di infilare un bicchiere d'acqua giu per la gola impalugata dall'alcol della notte prima
infilo il suo unico regalo fatto per l'amica roxi nello zaino insieme a del salmone affumicato mezza bottiglia di bianco e qualche dolcetto sfornato il pomeriggio primo
poi infilo la sua bici "miss purple" giu per la collina verso l'altra parte del paese per una colazione di natale con amici
arrivo mentre esperanza, amica di roxy e mamma di 2 ragazze apriva il regalo di natale della figlia maggiore davanti all'albero di natale
esperanza piangeva di gioia e jonny inizio a piangere pure
torno fuori e si infilo di corsa su per una collina
aveva dimenticato un momento
ok non c'era la neve
ok era estate
ma ora il natale aveva colpito con un pugno allo stomaco jonny con il suo spirito di riunione
si sedette a gambe incrociate in cima al colle a guardare la bellisssima valle e il lago wanaka
chiese al venti di riportargli quel momento
respiro a fondo chiuse gli occhi per visualizzare dov'era chi era
e percorse una per una tutte le facce delle persone che amava
parenti e amici
e i nonni per primi
poche parole per questo natale perche solo il silenzio di un vero sguardo sarebbe stato cio che voleva in un abbraccio per dire io ci sono
buon natale mondo
buon natale amici di cuore e in silenzio
vi regalo quel momento nel suo piccolo como bocciolo di una gemma di vita
JOURNEY TO DHAMMA
giovedì 25 dicembre 2008
mercoledì 24 dicembre 2008
lunedì 22 dicembre 2008
sabato 20 dicembre 2008
mt iron drive 50 Wanaka New Zealand
Gia e finalmente e' casa
il viaggio si ferma in un respiro, tra sementi da piantare, lavoro un cellulare che non avevo piu da anni
tanta fatica
sono arrivato con poco piu di 100 euro qua e ce l'ho fatta
alcune settimane sono state attesa e solitudine affamata
una banana, pane e poc'altro era il mio umile pasto.
a lavorare a stomaco vuoto pedalando km su una bici in prestito
roxi mi ha aiutato non poco, conosciuta la prima notte in un pub mentre scrivevo sul mio libro
mi ha ospitato e offerto in prestito una bici
poi tante risposte negative e pregiudizi e attesa e pioggia
tanta pazienza e perseveranza
e ora ho la mia casa e tutto si costruisce pian piano, devo fare i conti per arrivare a comprare il pranzo di natale
ancora non posso permettermi la tessera della biblioteca ma ho tre piante di pomodoro in giardino e poco cibo organico e locale in una dispensa vuota ma orgogliosa dei suoi prodotti
qui c'e' poco da fare e e' tempo di studi e riflessioni
tempo di germogliare
prima che la ruota ricominci a girare
benedico i miei fratelli sparsi per il mondo e mi arrendo al mio destino
felice della pioggia che lava e prepara il mio cammino
natale e' prossimo
io sono cuoco in un bar ristorante fronte lago
ci sentiamo per natale compagni di tutto il mondo
il viaggio si ferma in un respiro, tra sementi da piantare, lavoro un cellulare che non avevo piu da anni
tanta fatica
sono arrivato con poco piu di 100 euro qua e ce l'ho fatta
alcune settimane sono state attesa e solitudine affamata
una banana, pane e poc'altro era il mio umile pasto.
a lavorare a stomaco vuoto pedalando km su una bici in prestito
roxi mi ha aiutato non poco, conosciuta la prima notte in un pub mentre scrivevo sul mio libro
mi ha ospitato e offerto in prestito una bici
poi tante risposte negative e pregiudizi e attesa e pioggia
tanta pazienza e perseveranza
e ora ho la mia casa e tutto si costruisce pian piano, devo fare i conti per arrivare a comprare il pranzo di natale
ancora non posso permettermi la tessera della biblioteca ma ho tre piante di pomodoro in giardino e poco cibo organico e locale in una dispensa vuota ma orgogliosa dei suoi prodotti
qui c'e' poco da fare e e' tempo di studi e riflessioni
tempo di germogliare
prima che la ruota ricominci a girare
benedico i miei fratelli sparsi per il mondo e mi arrendo al mio destino
felice della pioggia che lava e prepara il mio cammino
natale e' prossimo
io sono cuoco in un bar ristorante fronte lago
ci sentiamo per natale compagni di tutto il mondo
Jonny Surrender
alcune immagini
sotto i loro titoli da sinistra a destra poi sotto e cosi via
baleno
le hai prese tu le chiavi di casa?
mi e' passata la sete
amici
ara kia?
di ritorno
lunedì 1 dicembre 2008
raft
Poi una idea che si ricorda di un sogno..... ed ecco che e li pronto che dice :"io ci sono!"
il fiume clutcha
dal ghiacciaio all'oceano.
credo piu di 350 km di fiume da navigare
so poco ancora ma questa e' la missione
trascinare una imbarcazione il piu possibile verso il ghiaccioio e navigare fino al mare attraverso rapide ripensamenti dighe e molta molta acqua
keep the love rolling
jonny surrender
domenica 30 novembre 2008
primo giorno di lavoro. io ci sbocco soprA
ore 6 suona la sveglia
barba fatta pantaloni pliti e neri del centro riciclaggio. stesso la cuffia e il camicione in lana pesante
via lungo la strada
20 minuti a pedalare
piango un po giusto colto da un momento di gioia sentendo che mi porto a spasso la vita
poi arrivo emozionato e incomincio
cuoco in un bel cafe bar
gia lavoro in un altro ma questo e piu organico e posso mettere a frutto idee
giorno di prova e sto di merda. rutto per la prima ora sbaglio la ricetta dei muffin 2 volte mi taglio un ditto e corro al cesso a sboccare 3 giorni di cibo. molto poco in vero. poi sto meglio e faccio vedere le mie misere doti
penso a ieri
sangue scorreva tra le mie dita mentre pulivo il tavolo dove tagliavamo un grosso filetto di mucca. quella mucca ha visto piu posti da morta che da viva e nessuno gli degna rispetto
chiamiamo barbari i maya perche trascinavano uomini e animali in cima a templi per sgozzarli in rituali
noi lo deleghiamo ad altri girando le spalle
che merde
ho visto il senso e conosciuto mamma terra, quella che abbiamo sotto i piedi, non quella da visitare in lungo e in largo e ora rientro in un sistema per altro tranquillo
ma qual'e il senso nel usare energie per nutrire gente e situazioni che.......dove vanno.
ho trovato il senso nella lentezza, nel rispetto di rituali, di cibo persone divertimento e lavoro che glorifica cio piu la crescita dell'uomo
ma dove andiamo noi ogni mattina alzandoci di fretta
ma siamo poi sicuri
cosa stiamo creando?
cosa state creando ogni giorno
iniziare la giornata con tre propositi piacevoli da gustare e atture. una briosche come volevate
finire la giornata con tre riflessioni di gratitudine riguardo qualcosa di bello. una foglia colorata
ottimi esercizi
ma dare utilita al mio giorno. renderlo sacro
e solo questione di sceglierlo non contiamoci balle
keep rolling love
barba fatta pantaloni pliti e neri del centro riciclaggio. stesso la cuffia e il camicione in lana pesante
via lungo la strada
20 minuti a pedalare
piango un po giusto colto da un momento di gioia sentendo che mi porto a spasso la vita
poi arrivo emozionato e incomincio
cuoco in un bel cafe bar
gia lavoro in un altro ma questo e piu organico e posso mettere a frutto idee
giorno di prova e sto di merda. rutto per la prima ora sbaglio la ricetta dei muffin 2 volte mi taglio un ditto e corro al cesso a sboccare 3 giorni di cibo. molto poco in vero. poi sto meglio e faccio vedere le mie misere doti
penso a ieri
sangue scorreva tra le mie dita mentre pulivo il tavolo dove tagliavamo un grosso filetto di mucca. quella mucca ha visto piu posti da morta che da viva e nessuno gli degna rispetto
chiamiamo barbari i maya perche trascinavano uomini e animali in cima a templi per sgozzarli in rituali
noi lo deleghiamo ad altri girando le spalle
che merde
ho visto il senso e conosciuto mamma terra, quella che abbiamo sotto i piedi, non quella da visitare in lungo e in largo e ora rientro in un sistema per altro tranquillo
ma qual'e il senso nel usare energie per nutrire gente e situazioni che.......dove vanno.
ho trovato il senso nella lentezza, nel rispetto di rituali, di cibo persone divertimento e lavoro che glorifica cio piu la crescita dell'uomo
ma dove andiamo noi ogni mattina alzandoci di fretta
ma siamo poi sicuri
cosa stiamo creando?
cosa state creando ogni giorno
iniziare la giornata con tre propositi piacevoli da gustare e atture. una briosche come volevate
finire la giornata con tre riflessioni di gratitudine riguardo qualcosa di bello. una foglia colorata
ottimi esercizi
ma dare utilita al mio giorno. renderlo sacro
e solo questione di sceglierlo non contiamoci balle
keep rolling love
martedì 18 novembre 2008
auguri all'ignorante
no ma dico...vuoi poi sapere tutto jonny?
no lo sai che lo so che sei cosciente che ignori come poi dopotutto io lo so che tu sai che io sono cosciente di........mi sono perso
pero' credo che una bella cena raw, una bottiglia di birra, poi una di vino e un tramonto su una valle che chiama adamo ad eva al ritorno al paradiso unito alle melodie ruttate dei rancid ci faranno tornare la memoria
dai vecchio vai
auguri elia
firmato jonny
insieme due sfigati alla concquista della propria vita
rock'n'roll
punk's not death
no lo sai che lo so che sei cosciente che ignori come poi dopotutto io lo so che tu sai che io sono cosciente di........mi sono perso
pero' credo che una bella cena raw, una bottiglia di birra, poi una di vino e un tramonto su una valle che chiama adamo ad eva al ritorno al paradiso unito alle melodie ruttate dei rancid ci faranno tornare la memoria
dai vecchio vai
auguri elia
firmato jonny
insieme due sfigati alla concquista della propria vita
rock'n'roll
punk's not death
giovedì 13 novembre 2008
anima e piedi
Jonny era in piedi in mezzo ad un prato verde primavera
Era arrivato
Aveva superato il mostro della dogana. Dopo 2 ore(nessuno crede mai alla sua storia) con un documento leggermente ritoccato ce l’aveva fatta. Era dentro per un anno.
Ora era li sotto il sole. Fermo con il suo zaino in spalla e gli ochhi puntati in su.attraverso foglie verdi e fiori gurdava il cielo.davanti ai suoi piedi avvolti in scarponi da montagna nuovi regalo di una vecchia amica c’era l’avventura musicale pennellata del suo cammino a cui aveva deciso di arrendersi.
Il folletto che cavalca il dio corvo era sicuro non avrebbe smesso di nutrirlo di gioia e conoscenza. Doveva solo essere pronto ad ascoltare.ancora la sua mente a volte si riempeva di sciocchezze ma lui le mandava a fanculo sempre piu facilmante.
Solo ieri la sua strada gli aveva portato un incontro incredibile. Una magnifica ragazza viola e rossa canadese amica di un amico comune conosciuto grazie al lancio di una moneta in messico quando la moto stava per esplodere.
Entrambi capitati per ragioni nulle ai libri contabili in christchurc lo stesso giorno.
Un vortice di scambio energetico li aveva avvolti mentre come alberi tramite radici entravano nel senso sotille del messaggio della terra
I prossimi 5 anni sarebbero stati selvaggi entrambi lo sapevano.
Il mondo sta per cambiare con un grosso passo. Cose importanti succederano e forse i continenti inizieranno a muoveri
Tra gli alberi i folletti discutono su baja california che diventera un’isola. La nuova zelanda si ingrandira e le rockies mountain faranno da scudo agli attacchi dell’ovest ne canada
Chi lo sa infine
Ma culture remote parlano di cambio di era, frequenze della terra cambieranno e si dovra essere piu spirituali, piu connessi a mamma terra o si soccombera. L’acqua sara un problema potrebbe essere e i soldi serviranno molto meno
Jonny lo sapeva
Non per le parole sentite.
Ma le onde dell’oceano. La vista del mondo dal vulcano e il vento tra i catus e peyote gie lo avevano detto
Lui lo sentiva che era vera; e nell’estasi di quello scambio di energia sapeva che c’era gia gente e comunita che vivevano su altri valori
Lui ne aveva incontrati alcuni e la sua anima si era curata e sapeva che li c’era la verita perche le domande tacevano in silenzio tristi scomparendo nell’ombra della gioia.
Cosi jonny abbasso lo sguardo dal cielo e si guardo i piedi
Ci parlo un poco e disse andiamo
E inizio a camminare nel giorno
Luna piena sarebbe arrivata la notte sopra di lui e il giorno era da dedicare al benessere e alla generosita
L’avrebbe fatto
Pochi giorni prima jonny giaceva testa in giu nudo, vestito solo di una maschera da sub.
Agganciato ad un corallo a 5 metri sotto il livello dell’acqua faceva l’alga e guardava il mondo sottomarino.
Mille pesci colorati visti nelle cartoline del mar rosso. Un cavalluccio marino giallo col muso blu e alucce passo a guardarlo sconcertato
Poi prosegui
Rimase li immobile fino a che non si senti strano.
“ah cacchio devo respirare”penso. Mica puoi parlare sott’acqua
Mollo la presa e come corpo morto inizio a salire verso la superfice con i piedi per prima. Con piccoli movimenti aveva scoperto poteva danzare verso la superfice lentamente.
Gli piaceva salire sottosopra e immobile lasciarsi ruotare dall’aria leggera dei polmoni
Il mondo e 70%acqua
Credo il 70% di questa’acqua e’ piu fonda di un miglio
Conosciamo piu della luna che del mare
Cosi gli aveva detto una ragazza conosciuta 5 minuti all’areoporto
Aveva i rasta e tatuaggi e gli stessi occhi profondi di jonny
Forse sarebbe andato a ricercare quella ragazza nel futuro per sposarla
Jonny surrender goes deep
Era arrivato
Aveva superato il mostro della dogana. Dopo 2 ore(nessuno crede mai alla sua storia) con un documento leggermente ritoccato ce l’aveva fatta. Era dentro per un anno.
Ora era li sotto il sole. Fermo con il suo zaino in spalla e gli ochhi puntati in su.attraverso foglie verdi e fiori gurdava il cielo.davanti ai suoi piedi avvolti in scarponi da montagna nuovi regalo di una vecchia amica c’era l’avventura musicale pennellata del suo cammino a cui aveva deciso di arrendersi.
Il folletto che cavalca il dio corvo era sicuro non avrebbe smesso di nutrirlo di gioia e conoscenza. Doveva solo essere pronto ad ascoltare.ancora la sua mente a volte si riempeva di sciocchezze ma lui le mandava a fanculo sempre piu facilmante.
Solo ieri la sua strada gli aveva portato un incontro incredibile. Una magnifica ragazza viola e rossa canadese amica di un amico comune conosciuto grazie al lancio di una moneta in messico quando la moto stava per esplodere.
Entrambi capitati per ragioni nulle ai libri contabili in christchurc lo stesso giorno.
Un vortice di scambio energetico li aveva avvolti mentre come alberi tramite radici entravano nel senso sotille del messaggio della terra
I prossimi 5 anni sarebbero stati selvaggi entrambi lo sapevano.
Il mondo sta per cambiare con un grosso passo. Cose importanti succederano e forse i continenti inizieranno a muoveri
Tra gli alberi i folletti discutono su baja california che diventera un’isola. La nuova zelanda si ingrandira e le rockies mountain faranno da scudo agli attacchi dell’ovest ne canada
Chi lo sa infine
Ma culture remote parlano di cambio di era, frequenze della terra cambieranno e si dovra essere piu spirituali, piu connessi a mamma terra o si soccombera. L’acqua sara un problema potrebbe essere e i soldi serviranno molto meno
Jonny lo sapeva
Non per le parole sentite.
Ma le onde dell’oceano. La vista del mondo dal vulcano e il vento tra i catus e peyote gie lo avevano detto
Lui lo sentiva che era vera; e nell’estasi di quello scambio di energia sapeva che c’era gia gente e comunita che vivevano su altri valori
Lui ne aveva incontrati alcuni e la sua anima si era curata e sapeva che li c’era la verita perche le domande tacevano in silenzio tristi scomparendo nell’ombra della gioia.
Cosi jonny abbasso lo sguardo dal cielo e si guardo i piedi
Ci parlo un poco e disse andiamo
E inizio a camminare nel giorno
Luna piena sarebbe arrivata la notte sopra di lui e il giorno era da dedicare al benessere e alla generosita
L’avrebbe fatto
Pochi giorni prima jonny giaceva testa in giu nudo, vestito solo di una maschera da sub.
Agganciato ad un corallo a 5 metri sotto il livello dell’acqua faceva l’alga e guardava il mondo sottomarino.
Mille pesci colorati visti nelle cartoline del mar rosso. Un cavalluccio marino giallo col muso blu e alucce passo a guardarlo sconcertato
Poi prosegui
Rimase li immobile fino a che non si senti strano.
“ah cacchio devo respirare”penso. Mica puoi parlare sott’acqua
Mollo la presa e come corpo morto inizio a salire verso la superfice con i piedi per prima. Con piccoli movimenti aveva scoperto poteva danzare verso la superfice lentamente.
Gli piaceva salire sottosopra e immobile lasciarsi ruotare dall’aria leggera dei polmoni
Il mondo e 70%acqua
Credo il 70% di questa’acqua e’ piu fonda di un miglio
Conosciamo piu della luna che del mare
Cosi gli aveva detto una ragazza conosciuta 5 minuti all’areoporto
Aveva i rasta e tatuaggi e gli stessi occhi profondi di jonny
Forse sarebbe andato a ricercare quella ragazza nel futuro per sposarla
Jonny surrender goes deep
sabato 1 novembre 2008
domani si parte
dunque
domani si parte
tiro fuori la lista e controllo se ho tutto
si ci siamo, anche perche non ho niente.anzi diciamo che sono in fase decadente.
vestiti rotti e pochi
soldi bona le' non ci sono piu
ho un dente marcio
mi son bruciato le labbra con il peperoncino
ho un principio di sinusite
ma sto da dio
ho il cuore in mano. sento il mio respiro e sono pronto a tuffarmi in quell'aereo che mi portera in una nuova era
meno vagabonding, piu sogni da far risplendere alla luce del sole
basta guardare con ammirazione altri perche stan facendo quello che vorrei fare io
mo lo faccio. mica che non abbia mai fatto. ma ora vuole essere arte e gioco, sport. la mia vita
non sono arrivato in argentina ma oggi ho trovato un ristorantino argentino che me la ha fatta rigustare.
2 empanadas, un te di erba mate e un alajore di dulce di leche casero
dio che bonta'
son ritornato a casa camminando con la schiena ben diritta e lentamente.guardando le meraviglie naturali unite al decadence della grande city
ieri sera alla festa di hallowen dell'universita delle belle arti ho ballato i ramones per tutti gli amici che ho nel mondo, ma piu che altro per pippo, la vale e la letty.
erano tutti li con me. c'era una bella energia e anche se ero solo ero con mille compagni e ci davamo pacche sulla schiena
tornai dentro casa della mia amica. ero li ben presente. ma avevo una strana sensazione di nessun tempo, nessun luogo. ma ero. capite
non importa dove sei dove vai devi solo essere. pero' e' buffo quando ti cambia il sentire delle cose
come quelle volte che sbronzo risali le scale di notte di qualche casa con il passo pesante. ogni passo ha dentro tutta la tua vita.senti tutte le note della notte al club. tutti gli occhi.e' un accenno di estasi.e' sentire la direzione
E' sentire che e' il viaggio piu' meraviglioso, se no tutto e' solo spazzatura da catalogo, meglio guardare discovery channel.
la gioia di vedere,VEDERE, quel cielo che sovrasta casa tua con starti di nuvole tra strati di cielo e vedere il sole che si infila tra questi strati per farti vedere riflessi e colori e ti dice che e' li. ma noi diciamo:¨oggi non c'e' il sole¨. non sappiamo piu vedere. (chiara metafora)
quello e' il cielo piu' bello.
perche' il posto piu bello che potrai mai VEDERE e' casa tua
perche' e' la tua terra e tu ne sei il suo frutto
comunque ragazzi 'sta avventura e' un bel bordello
domani si parte
verso le isole fiji
ah
guarda te fino dove sono arrivato
go jonny go
domani si parte
tiro fuori la lista e controllo se ho tutto
si ci siamo, anche perche non ho niente.anzi diciamo che sono in fase decadente.
vestiti rotti e pochi
soldi bona le' non ci sono piu
ho un dente marcio
mi son bruciato le labbra con il peperoncino
ho un principio di sinusite
ma sto da dio
ho il cuore in mano. sento il mio respiro e sono pronto a tuffarmi in quell'aereo che mi portera in una nuova era
meno vagabonding, piu sogni da far risplendere alla luce del sole
basta guardare con ammirazione altri perche stan facendo quello che vorrei fare io
mo lo faccio. mica che non abbia mai fatto. ma ora vuole essere arte e gioco, sport. la mia vita
non sono arrivato in argentina ma oggi ho trovato un ristorantino argentino che me la ha fatta rigustare.
2 empanadas, un te di erba mate e un alajore di dulce di leche casero
dio che bonta'
son ritornato a casa camminando con la schiena ben diritta e lentamente.guardando le meraviglie naturali unite al decadence della grande city
ieri sera alla festa di hallowen dell'universita delle belle arti ho ballato i ramones per tutti gli amici che ho nel mondo, ma piu che altro per pippo, la vale e la letty.
erano tutti li con me. c'era una bella energia e anche se ero solo ero con mille compagni e ci davamo pacche sulla schiena
tornai dentro casa della mia amica. ero li ben presente. ma avevo una strana sensazione di nessun tempo, nessun luogo. ma ero. capite
non importa dove sei dove vai devi solo essere. pero' e' buffo quando ti cambia il sentire delle cose
come quelle volte che sbronzo risali le scale di notte di qualche casa con il passo pesante. ogni passo ha dentro tutta la tua vita.senti tutte le note della notte al club. tutti gli occhi.e' un accenno di estasi.e' sentire la direzione
E' sentire che e' il viaggio piu' meraviglioso, se no tutto e' solo spazzatura da catalogo, meglio guardare discovery channel.
la gioia di vedere,VEDERE, quel cielo che sovrasta casa tua con starti di nuvole tra strati di cielo e vedere il sole che si infila tra questi strati per farti vedere riflessi e colori e ti dice che e' li. ma noi diciamo:¨oggi non c'e' il sole¨. non sappiamo piu vedere. (chiara metafora)
quello e' il cielo piu' bello.
perche' il posto piu bello che potrai mai VEDERE e' casa tua
perche' e' la tua terra e tu ne sei il suo frutto
comunque ragazzi 'sta avventura e' un bel bordello
domani si parte
verso le isole fiji
ah
guarda te fino dove sono arrivato
go jonny go
martedì 28 ottobre 2008
il mercato in guatemala
bandierine blu e biancheuniscono le case su fili. e' la bandiera.sotto ci sono io di fianco a hope parcheggiata in un rigagnolo d'acqua. a lato affari simili ad ape piaggio scorrazzano passegeri nelle loro livree rosse ornate di cristi e pacchianate di ogni genere. un capanello di gente inizia a formarsi attorno a me. vogliono sapere la storia di ¨hope¨.arrivano i miei compagni. si parte. saluto la guardia col fucile a pompa ed entriamo in guatemala.
E´notte giovane quando ci fermiamo a nonsodove; la nebbia umida disegna atmosfera di racconti magici attorno a lampioni a palla che sovrastano una piazza piena di rifiuti del solito mercato giornaliero.la notte e' tinta di un nero scuro e c'e' sapore nell'aria.
Muretti arancioni di carote e cavoli verza grandi como teste accalcano muri gialli protetti da coperte come bimbi. persone orgogliose su ceste di cipolle siedono senza aspettare un alba troppo lontana per scambiare il loro oro; queel radici, quei frutti.
arrivati dalle valli circostanti per il mercato settimanale piu importante con camion sfasciati spinti da tradizioni e speranza pieni del solito carico di campesinos e patate sporchi di terra.
piove.
non faccio foto per paura di rubare dignita' da sguardi dietro sbadigli avvolti in cerate sotto sombreri bianchi. intorno case colorate dure e fragili come questi uomini e queste culture; la notte suona pensiero e silenzio di semplicita'; della vita di mercato con quel suo senso piu povero e forse piu' sincero.
scappo dalle strade battute del passaparola dei turisti facendo finat di non esserlo, mettendomi a tacere nascondendomi nella notte dentro al mio cappuccio per non disturbare chi non vuole.
Avvicino un vecchio e gli chiedo da dove viene, da quanti anni viene e come va il raccolto quest'anno.
mi dice molti anni; si accapparra sempre il solito pezzo di marciapiede. una volta al mese carica la famiglia coi sacchi.. E' momento di festa per i cinni che ancora non sanno cosa sono le rughe della preoccupazione ma sanno gia' bene il valore del lavoro.sacralita di un momento.scendere in citta' dove ti aspetta il dolcetto al carretto di legno di doña ofelia. 1 volta al mese vicino al lago atitlan in guatemala.
poi e' giorno.
meraviglia diversa e splendida in contrapposizione incredibile con la nostra societa di scatole,scatoline, bustine e lattine. frutti, galline e pulcini; tutto in ceste trasportate sulla testa.
schivo sdraiandomi su una bancarella di gamberetti e peperoncini incastrato tra donne con bimbi avvolti nella schiena un piccolo uomo che porta un quarto di mucca sulla schiena nella ressa madornale.qualcuno urla.
Penso alle nostre stupende tradizioni e non comparo; mi faccio un po triste a pensare alle gallerie al neon dei megamercati con negozi dai colori programmati da sociologi e ricerche, pieni di roba che arriva senza magia da paesi lontani e sfruttati per finire il piu delle volte in scaffali di inutilita'.
mi siedo su un gradino a scambiare sguardi e non giudico; non e' il momento. quanto si giudica sempre. quanto si confronta o paragona sempre.inevitabile, non voglio dire giusto; o sbagliato
quanti studi e persone e lavori e problemi ci sono legati a un inutilita' di pacchetti che contengono pacchetini che contengono sacchettini per arrivare a merendine fatte in provetta proveniente da pacchettini pure quelle. penso questo mentro scarto un tamales avvolto nella sua foglia di mais e scivolo nell'ombra tranquilla del mio hotel da 2 euro.
non facciamo morire le nostre tradizioni. non dimentichiamo i nostri mercati, i nostri vecchi saggi col bicchierino di rosso e le partite a carte. non facciamo morire la nostra terra e i nostri frutti.
jonny e il comitato anti mondo asettico
perche con i funghi si fa pure il buon gorgonzola.......
non facciamoci infinocchiare va la'...
alla prossima experience
il lago atitlan all'alba
E´notte giovane quando ci fermiamo a nonsodove; la nebbia umida disegna atmosfera di racconti magici attorno a lampioni a palla che sovrastano una piazza piena di rifiuti del solito mercato giornaliero.la notte e' tinta di un nero scuro e c'e' sapore nell'aria.
Muretti arancioni di carote e cavoli verza grandi como teste accalcano muri gialli protetti da coperte come bimbi. persone orgogliose su ceste di cipolle siedono senza aspettare un alba troppo lontana per scambiare il loro oro; queel radici, quei frutti.
arrivati dalle valli circostanti per il mercato settimanale piu importante con camion sfasciati spinti da tradizioni e speranza pieni del solito carico di campesinos e patate sporchi di terra.
piove.
non faccio foto per paura di rubare dignita' da sguardi dietro sbadigli avvolti in cerate sotto sombreri bianchi. intorno case colorate dure e fragili come questi uomini e queste culture; la notte suona pensiero e silenzio di semplicita'; della vita di mercato con quel suo senso piu povero e forse piu' sincero.
scappo dalle strade battute del passaparola dei turisti facendo finat di non esserlo, mettendomi a tacere nascondendomi nella notte dentro al mio cappuccio per non disturbare chi non vuole.
Avvicino un vecchio e gli chiedo da dove viene, da quanti anni viene e come va il raccolto quest'anno.
mi dice molti anni; si accapparra sempre il solito pezzo di marciapiede. una volta al mese carica la famiglia coi sacchi.. E' momento di festa per i cinni che ancora non sanno cosa sono le rughe della preoccupazione ma sanno gia' bene il valore del lavoro.sacralita di un momento.scendere in citta' dove ti aspetta il dolcetto al carretto di legno di doña ofelia. 1 volta al mese vicino al lago atitlan in guatemala.
poi e' giorno.
meraviglia diversa e splendida in contrapposizione incredibile con la nostra societa di scatole,scatoline, bustine e lattine. frutti, galline e pulcini; tutto in ceste trasportate sulla testa.
schivo sdraiandomi su una bancarella di gamberetti e peperoncini incastrato tra donne con bimbi avvolti nella schiena un piccolo uomo che porta un quarto di mucca sulla schiena nella ressa madornale.qualcuno urla.
Penso alle nostre stupende tradizioni e non comparo; mi faccio un po triste a pensare alle gallerie al neon dei megamercati con negozi dai colori programmati da sociologi e ricerche, pieni di roba che arriva senza magia da paesi lontani e sfruttati per finire il piu delle volte in scaffali di inutilita'.
mi siedo su un gradino a scambiare sguardi e non giudico; non e' il momento. quanto si giudica sempre. quanto si confronta o paragona sempre.inevitabile, non voglio dire giusto; o sbagliato
quanti studi e persone e lavori e problemi ci sono legati a un inutilita' di pacchetti che contengono pacchetini che contengono sacchettini per arrivare a merendine fatte in provetta proveniente da pacchettini pure quelle. penso questo mentro scarto un tamales avvolto nella sua foglia di mais e scivolo nell'ombra tranquilla del mio hotel da 2 euro.
non facciamo morire le nostre tradizioni. non dimentichiamo i nostri mercati, i nostri vecchi saggi col bicchierino di rosso e le partite a carte. non facciamo morire la nostra terra e i nostri frutti.
jonny e il comitato anti mondo asettico
perche con i funghi si fa pure il buon gorgonzola.......
non facciamoci infinocchiare va la'...
alla prossima experience
il lago atitlan all'alba
venerdì 17 ottobre 2008
guatemala prima poi belize
di nuovo tempo e passato e mi ritrovo ora solo con 12 minuti in questo delirio di giornata che ci ha portato dalle piramidi maya immerse nella giungla di tikal a questo nuovo mondo chiamato belize
belize city e stato un folle momento che mi ha strappato dai colori del guatemala, tranquillo e adagiato nella sua cultura a un paese creato da stati, pirati, invasioni, commerci e schiavi portati dal nostro vecchio continente e dall'africa.
volti neri visti simili solo a foto viste del congo, a volte armate di fucili a pompa ai posto di polizia, poi rasta e bici e gangia. palazzi coloniali fatiscenti o distrutti, allagati dalla stagione delle pioggie e quasi iniziamo a pensare che ci sia in corso un uragano e non lo sappiamo.
ma continuiamo e veniamo assaliti da gente che vuole venderci e accoglierci. impazziamo e cerchiamo di scappare a una baracca che vende cibo. riso fagioli e pollo. ma non ci mollano. ingoiamo il cibo e scappiamo lungo la costa a pensare.
non sappiamo ancora dove andare. aspettiamo un contatto tramite il sito couchsurfing.com per vedere se qualcuno ci ospitera ma pare che dovremo trovare un hotel
mica economico come in guatemala qua
mah
l'idea che abbiamo in testa e un isola deserta o quasi. domani
intanto penso a un torrente che spazza i campi e le baracche al suo lato correndo verso il mare sotto un ponte che segna il confine fra due stati mentre mi ricorda che presto qua cambia tutto, che tra poco e tempo di partire, e ancopra sinceramente non so dove, non ho ancora un biglietto in mano. qualche idea vecchia e nuova dice new zealand. ma oh. il mio vecchio cuore viaggiante in questi momenti si fa debole quando vede lasciare compagni lungo la strada.
in belize piove e scende la notte ora. noi si fa un bel respiro e ci si butta dentro.
con il nostro carico di pensieri, speranze e amori.
jonny end
belize city e stato un folle momento che mi ha strappato dai colori del guatemala, tranquillo e adagiato nella sua cultura a un paese creato da stati, pirati, invasioni, commerci e schiavi portati dal nostro vecchio continente e dall'africa.
volti neri visti simili solo a foto viste del congo, a volte armate di fucili a pompa ai posto di polizia, poi rasta e bici e gangia. palazzi coloniali fatiscenti o distrutti, allagati dalla stagione delle pioggie e quasi iniziamo a pensare che ci sia in corso un uragano e non lo sappiamo.
ma continuiamo e veniamo assaliti da gente che vuole venderci e accoglierci. impazziamo e cerchiamo di scappare a una baracca che vende cibo. riso fagioli e pollo. ma non ci mollano. ingoiamo il cibo e scappiamo lungo la costa a pensare.
non sappiamo ancora dove andare. aspettiamo un contatto tramite il sito couchsurfing.com per vedere se qualcuno ci ospitera ma pare che dovremo trovare un hotel
mica economico come in guatemala qua
mah
l'idea che abbiamo in testa e un isola deserta o quasi. domani
intanto penso a un torrente che spazza i campi e le baracche al suo lato correndo verso il mare sotto un ponte che segna il confine fra due stati mentre mi ricorda che presto qua cambia tutto, che tra poco e tempo di partire, e ancopra sinceramente non so dove, non ho ancora un biglietto in mano. qualche idea vecchia e nuova dice new zealand. ma oh. il mio vecchio cuore viaggiante in questi momenti si fa debole quando vede lasciare compagni lungo la strada.
in belize piove e scende la notte ora. noi si fa un bel respiro e ci si butta dentro.
con il nostro carico di pensieri, speranze e amori.
jonny end
mercoledì 1 ottobre 2008
split board 4ªvulcano piu alto al mondo
Il picco di orizaba e' il vulcano piu alto del messico, nonche la terza vetta piu alta del nord america;segue solo il mote logan nello yukon e il denali in alaska. Le montagne portano sempre grandi insegnamenti ed emozioni soffiate su venti freddi che spazzano quelle nevi che sono tutt'altro che quella soffice polvere che piace tanto a noi freerider. ma l'elemento e`lo stesso e la sua magia non cambia. dura e fredda lastra che porta a scoprire la determinazione dei tuoi sogni.
Io e due fratelli ci siamo trovati li sotto lungo il cammino e abbiamo deciso di preparare una spedizione di amicizia umilta' e determinazione, dentro l'amicizia, la conoscenza e verso la vetta. Un viaggio oltreoceano inizia da poche cose: spegnere il cellulare, ultimo birrino e cose cosi'. una gran decisione che ti si legge nel volto quando stringi l'ultima mano e sali sull'aereo.non saprai mai dove ti portera' veramente. ci entri dentro come nell'abbraccio della donna che hai sempre sognato fino a quando ti ci abbandoni completamente, e quello che succede allora e' talmente pieno, vero che non puoi piu raccontarlo cosi'.posso solo scrivere che si chiama VITA e ve lo posso raccontare forse su un gradino sotto le luci gialle delle notti dei portici bolognesi con la nebbiolina che sale e la bottiglia di vino del contadino amico che si stappa.
Il caso, al quale non credo piu con quel valore che di solito ci si da cia ha pennellato la situazione ha perfezione, unendo tutti i contatti per arrivare a quella vetta dove ci siamo abbracciati e abbiamo pianto davanti ad un alba di mare di nuvole dove semplicemente il silenzio puo descrivere l'intensita`.
L'avvicinamento inizio nel delirio di citta del messico dove dopo problemi con la polizia che principalmente voleva vuotarci il portafoglio raggiungiamo tlachichuca in 9 ore facendo 200 km. queste sono le strade nazionali messicane. non mi perdo in descrizioni, ma vi dico di pensare a quei film che si vedono di follie stradali.
nella notte arriviamo quindi a casa di joaquin canchola, guida locale che offre vitto alloggio, info e attrezzatura per salire il vulcano; contatto avuto da un montanaro conosciuto a citta del messico che ci ha pure disegnato una mappa per l'ascesa del picco. unica informazione che abbiamo sulla via.
la mattina dopo preparati gli zaini partiamo quando iniziano a cadere le prime goccie d'acqua.
in taxi e sotto un acquazzone ormai battente raggiungiamo l'ultimo paese di 4 case e ci accampiamo tra asini e contadini per passare la prima notte e iniziare l'acclimatamento.siamo a 3700 metri a hidalgo.
abbiamo una tenda da 2 della quetcha e ci dormiamo in tre, abbiamo ghette per la neve fatte coi sacchi della spazzatura e picchetti da neve in caso di problemi sul ghiacciaio fatti a mano da fabbri ferrai ultra settantenni di citta del messico. sembra una spedizione della fortuna anni 50.
tutti vanno su in jeep, noi a piedi.
ci alziamo sotto la pioggia e prendiamo il sentiero. 15 km al rifugio. senza mappa sbagliamo strada un paio di volte e alle 5 dopo 7 ore di cammino siamo al rifugio. ancora nessuna vista del vulcano. il tempo e' orribile e fa freddo. la mia giacca economica decatlon che ha gia visto troppe migliaia di km e`fradicia e tento il rattoppo con ducktape scaldandola con un pentolino da campeggio.
siamo a 4200 metri.
mangiamo buste di riso al monosodio glutamatico, tanto in voga in messico e ci buttiamo sulle brande di legno del rifugio.
l'alba fu come una tazza di cioccolata calda dopo la tempesta.alle 7 il sole sorse sopra un tappeto di nuvole che copriva il mondo, fuori solo la collina con il nostro rifugio e in alto la vetta bianca.presto tutto fuori al sole ad asciugare colazione provviste essenziali e partiamo verso il campo alto alla base della sessione chiamata il labirinto; 200 metri di ascesa su roccia e neve prima del traverso e dell'attacco del ghiacciaio finale.studiamo il nostro disegno per tyrovare la linea di salita e saliamo affaticatti dall'altezza che avanza. alle 13 le nuvole avvolgono tutto e dobbiamo allestire veloci il campo a 4800 metri sotto una piccola tormenta di neve e acqua.tutto e' fradicio dobbiamo fare un mosaico di pietre all'interno della verana della tenda per salvare dal naufragio scarponi e giacche. e`un bordello e siamo pigiati in tenda con problemi di acclimatamento, puzza di piedi, problemi di intestino e mancanza d'ossigeno; anche perche la tenda era appunto da due.
la montagna non lascia intravedere niente oltre la nostra tenda e non abbiamo idea di dove diavolo sia la linea per uscire dal labirinto.
aspettiamo
al tramonto da dentro la tenda sentiamo silenzio.ci buttiamo fuori e il cielo ci lascia intravedere per 5 minuti la montagna.facciamo foto per studiare la salita recuperiamo acqua sciogliendo neve e a letto. la sveglia e`per l'1 di notte. bisogna salire e tornare prima che alle 13 la montagna venga avvolta dalle nubi.
l'emozione la fame il freddo e l'altezza ci fa dormire poco. siamo gia piu in alto del mpnte bianco e a un altezza dove di solito io volavo in aereo per saltare con un paracadute. ora ci sono in tenda.che ridere.
1 AM. 3 sveglie suonano. te caldo, muesli vestiti e siam fuori.
la luna non cè', e a riposarsi per iniziare la sua nuova fase.ottobre e' la luna piu bella. le stelle sono l'unica nota che mi scalda l'animo in questo momento.
si parte con ramponi e picozze seguendo la luce tonda delle frontali,il cammio risulta semplice ma ripido, troviamo alcune traccie delle cvecchie spedizioni e segnamo tutti i movimenti con bussola e altimetro in caso di ritorno con brutto tempo.
e' magico. tre amici soli a camminare nella notte sul fianco di questo colosso sacro per popolazioni antiche.
passiamo veloci il labirinto e continuiamo nel traverso verso la base del ghiacciaio.fino a che la vista e la sensazione fu abbastanza strana.
il buio era totale. a valle non si vedeva nessuna luce. davanti la luce della frontale illuminava un pendio bianco senza fine ne contorni che saliva ripido verso il cielo. 35 gradi o piu di pendenza. ci attacchiamo in concordata e iniziamo a slaire lentamente .e' il ghiacciaio finale. sono le 5
saliamo a fatica. a me il freddo inizia a dare problemi seri e voglio andare senza tante soste.pippo invece fa piu fatica e vuole fermarsi piu spesso.alessandro ha problemi di intestino e vuole arrivare su di corsa.ma siamo in cordata per la sicurezza della squadra e cerchiamo di
coordinarci.
il ghiacciaio e' veramente ripido e la determinazione va tenuta stretta nelle mani come la picozza che e' la cosa piu importante a quel momento.aspetto il momento del sorgere del sole come salvezza per i miei piedi che mi stanno dando seri problemi.infilo due buste di caldo caldo nei guanti che mi danno un po di sollievo. guardo dietro i miei compagni che sono su una parete di non so quante centinaia di metri che si apre su un pendio che porta a migliaia di metri piu a valle.
arriva l'alba e il cielo inizia a colorarsi di una riga arancio che ci fa vedere il nostro ghiacciaio e la salvezza dal freddo.
manca poco.20 passi 5 respirazioni di riposo, poi 10 passi per volta.vedo l'angolo che la salita forma con il piano. la cuffia mi si illumina dal sole che ci aspetta dall'altra parte del cratere.
siamo in vetta.
il fiato mi si rompe in una sorpresa incredibile; gli occhi mi si riempono di lacrime improvvisamente e il cuore mi si riempe di una di quelle sensazioni uniche, quelle dove solo il silenzio dell'aria rarefatta,che sussurra la sua bianca magia nelle orecchie di chi era li in quell'esatto momento,conosce il canto dell'anima del mondo.
siamo tutti in cima e ci abbracciamo piangendo insieme a 5600 metri.sotto solo un mare di nuvole e il sole che dipinge la sua danza salendo nel cielo.
solo 2 o 3 picchi bassi la sotto escono dalla coltre a 3500m delle nuvole
solo noi lassu.
poi ci potrebbero essere tante parole per descrivere, parlare ma mi trovo meglio nel silenzio di chiudere gli occhi e mandare il pensiero a quei momenti dove solo la natura parla. li c'e tutto senza quella confusione incompresa delle parole
1 ora in vetta e si va giu tranquilli. il sole scalda e tutto e' perfetto. scendiamo meta del ghiacciaio a mo di bob seduti sul culo frenando con la piccozza, e pure cosi ci mettiamo un'ora
alle 13 30 siamo al rifugio a 4200 cotti dal freddo, poi dal sole dei 5000 metri e dalla levataccia. e ora si mangia! aveamo lasciato una scorta di cibo per festeggiare al ritorno ma ce l'avevano rubata.solito riso all'msg (tossico, evitatelo)e a letto stracotti.il 6 giorno si scende. c'e il sole e ci mettiamo in marcia per queo circa 15 km verso hidalgo.
il picco di orizaba si mostra in tutta la sua bellezza per lasciarsi ammirare dal basso per la prima volta.
grazie
grazie montagna, bella e potente signora.
torniamo cosi alla civilta e a hidalgo recuperiamo un passaggio verso tlachichuca e il nostro amico joaquin.
scopriamo di una festa paesana quella notte e decidiamo di andare a festeggiare la riuscita della spedizione.
tutto ancora una volta ballando sul flusso di eventi che alcuni chiamerebbero caso aveva disegnato una storia splendida.
cosi scappando da ragazzini che indossavano tori in cartapesta che sparavano petardi sotto un cielo tinto da grezzi e meravigliosi fuochi artificiali finivamo quest'esperienza all'ombra di un vulcano maestoso co il cuore pieno pieno di vita e amore per questo tutto. senza scappare da niente ma seguendo il nostro cammino, ringraziando tutti quelli che invece stanno li da sempre, come joaquin, come il contadino che ci ha dato il formaggio di capra, permettendoci di essere qui dove siamo.
adelante companeros
ora jonny ha quasi finito tutti i soldi ma non credo che tornera a casa, la strada e`ancora troppo bella e c`e' del gas da aprire e correre verso nuove avventure
hasta pronto companeros
jonny avventura
Io e due fratelli ci siamo trovati li sotto lungo il cammino e abbiamo deciso di preparare una spedizione di amicizia umilta' e determinazione, dentro l'amicizia, la conoscenza e verso la vetta. Un viaggio oltreoceano inizia da poche cose: spegnere il cellulare, ultimo birrino e cose cosi'. una gran decisione che ti si legge nel volto quando stringi l'ultima mano e sali sull'aereo.non saprai mai dove ti portera' veramente. ci entri dentro come nell'abbraccio della donna che hai sempre sognato fino a quando ti ci abbandoni completamente, e quello che succede allora e' talmente pieno, vero che non puoi piu raccontarlo cosi'.posso solo scrivere che si chiama VITA e ve lo posso raccontare forse su un gradino sotto le luci gialle delle notti dei portici bolognesi con la nebbiolina che sale e la bottiglia di vino del contadino amico che si stappa.
Il caso, al quale non credo piu con quel valore che di solito ci si da cia ha pennellato la situazione ha perfezione, unendo tutti i contatti per arrivare a quella vetta dove ci siamo abbracciati e abbiamo pianto davanti ad un alba di mare di nuvole dove semplicemente il silenzio puo descrivere l'intensita`.
L'avvicinamento inizio nel delirio di citta del messico dove dopo problemi con la polizia che principalmente voleva vuotarci il portafoglio raggiungiamo tlachichuca in 9 ore facendo 200 km. queste sono le strade nazionali messicane. non mi perdo in descrizioni, ma vi dico di pensare a quei film che si vedono di follie stradali.
nella notte arriviamo quindi a casa di joaquin canchola, guida locale che offre vitto alloggio, info e attrezzatura per salire il vulcano; contatto avuto da un montanaro conosciuto a citta del messico che ci ha pure disegnato una mappa per l'ascesa del picco. unica informazione che abbiamo sulla via.
la mattina dopo preparati gli zaini partiamo quando iniziano a cadere le prime goccie d'acqua.
in taxi e sotto un acquazzone ormai battente raggiungiamo l'ultimo paese di 4 case e ci accampiamo tra asini e contadini per passare la prima notte e iniziare l'acclimatamento.siamo a 3700 metri a hidalgo.
abbiamo una tenda da 2 della quetcha e ci dormiamo in tre, abbiamo ghette per la neve fatte coi sacchi della spazzatura e picchetti da neve in caso di problemi sul ghiacciaio fatti a mano da fabbri ferrai ultra settantenni di citta del messico. sembra una spedizione della fortuna anni 50.
tutti vanno su in jeep, noi a piedi.
ci alziamo sotto la pioggia e prendiamo il sentiero. 15 km al rifugio. senza mappa sbagliamo strada un paio di volte e alle 5 dopo 7 ore di cammino siamo al rifugio. ancora nessuna vista del vulcano. il tempo e' orribile e fa freddo. la mia giacca economica decatlon che ha gia visto troppe migliaia di km e`fradicia e tento il rattoppo con ducktape scaldandola con un pentolino da campeggio.
siamo a 4200 metri.
mangiamo buste di riso al monosodio glutamatico, tanto in voga in messico e ci buttiamo sulle brande di legno del rifugio.
l'alba fu come una tazza di cioccolata calda dopo la tempesta.alle 7 il sole sorse sopra un tappeto di nuvole che copriva il mondo, fuori solo la collina con il nostro rifugio e in alto la vetta bianca.presto tutto fuori al sole ad asciugare colazione provviste essenziali e partiamo verso il campo alto alla base della sessione chiamata il labirinto; 200 metri di ascesa su roccia e neve prima del traverso e dell'attacco del ghiacciaio finale.studiamo il nostro disegno per tyrovare la linea di salita e saliamo affaticatti dall'altezza che avanza. alle 13 le nuvole avvolgono tutto e dobbiamo allestire veloci il campo a 4800 metri sotto una piccola tormenta di neve e acqua.tutto e' fradicio dobbiamo fare un mosaico di pietre all'interno della verana della tenda per salvare dal naufragio scarponi e giacche. e`un bordello e siamo pigiati in tenda con problemi di acclimatamento, puzza di piedi, problemi di intestino e mancanza d'ossigeno; anche perche la tenda era appunto da due.
la montagna non lascia intravedere niente oltre la nostra tenda e non abbiamo idea di dove diavolo sia la linea per uscire dal labirinto.
aspettiamo
al tramonto da dentro la tenda sentiamo silenzio.ci buttiamo fuori e il cielo ci lascia intravedere per 5 minuti la montagna.facciamo foto per studiare la salita recuperiamo acqua sciogliendo neve e a letto. la sveglia e`per l'1 di notte. bisogna salire e tornare prima che alle 13 la montagna venga avvolta dalle nubi.
l'emozione la fame il freddo e l'altezza ci fa dormire poco. siamo gia piu in alto del mpnte bianco e a un altezza dove di solito io volavo in aereo per saltare con un paracadute. ora ci sono in tenda.che ridere.
1 AM. 3 sveglie suonano. te caldo, muesli vestiti e siam fuori.
la luna non cè', e a riposarsi per iniziare la sua nuova fase.ottobre e' la luna piu bella. le stelle sono l'unica nota che mi scalda l'animo in questo momento.
si parte con ramponi e picozze seguendo la luce tonda delle frontali,il cammio risulta semplice ma ripido, troviamo alcune traccie delle cvecchie spedizioni e segnamo tutti i movimenti con bussola e altimetro in caso di ritorno con brutto tempo.
e' magico. tre amici soli a camminare nella notte sul fianco di questo colosso sacro per popolazioni antiche.
passiamo veloci il labirinto e continuiamo nel traverso verso la base del ghiacciaio.fino a che la vista e la sensazione fu abbastanza strana.
il buio era totale. a valle non si vedeva nessuna luce. davanti la luce della frontale illuminava un pendio bianco senza fine ne contorni che saliva ripido verso il cielo. 35 gradi o piu di pendenza. ci attacchiamo in concordata e iniziamo a slaire lentamente .e' il ghiacciaio finale. sono le 5
saliamo a fatica. a me il freddo inizia a dare problemi seri e voglio andare senza tante soste.pippo invece fa piu fatica e vuole fermarsi piu spesso.alessandro ha problemi di intestino e vuole arrivare su di corsa.ma siamo in cordata per la sicurezza della squadra e cerchiamo di
coordinarci.
il ghiacciaio e' veramente ripido e la determinazione va tenuta stretta nelle mani come la picozza che e' la cosa piu importante a quel momento.aspetto il momento del sorgere del sole come salvezza per i miei piedi che mi stanno dando seri problemi.infilo due buste di caldo caldo nei guanti che mi danno un po di sollievo. guardo dietro i miei compagni che sono su una parete di non so quante centinaia di metri che si apre su un pendio che porta a migliaia di metri piu a valle.
arriva l'alba e il cielo inizia a colorarsi di una riga arancio che ci fa vedere il nostro ghiacciaio e la salvezza dal freddo.
manca poco.20 passi 5 respirazioni di riposo, poi 10 passi per volta.vedo l'angolo che la salita forma con il piano. la cuffia mi si illumina dal sole che ci aspetta dall'altra parte del cratere.
siamo in vetta.
il fiato mi si rompe in una sorpresa incredibile; gli occhi mi si riempono di lacrime improvvisamente e il cuore mi si riempe di una di quelle sensazioni uniche, quelle dove solo il silenzio dell'aria rarefatta,che sussurra la sua bianca magia nelle orecchie di chi era li in quell'esatto momento,conosce il canto dell'anima del mondo.
siamo tutti in cima e ci abbracciamo piangendo insieme a 5600 metri.sotto solo un mare di nuvole e il sole che dipinge la sua danza salendo nel cielo.
solo 2 o 3 picchi bassi la sotto escono dalla coltre a 3500m delle nuvole
solo noi lassu.
poi ci potrebbero essere tante parole per descrivere, parlare ma mi trovo meglio nel silenzio di chiudere gli occhi e mandare il pensiero a quei momenti dove solo la natura parla. li c'e tutto senza quella confusione incompresa delle parole
1 ora in vetta e si va giu tranquilli. il sole scalda e tutto e' perfetto. scendiamo meta del ghiacciaio a mo di bob seduti sul culo frenando con la piccozza, e pure cosi ci mettiamo un'ora
alle 13 30 siamo al rifugio a 4200 cotti dal freddo, poi dal sole dei 5000 metri e dalla levataccia. e ora si mangia! aveamo lasciato una scorta di cibo per festeggiare al ritorno ma ce l'avevano rubata.solito riso all'msg (tossico, evitatelo)e a letto stracotti.il 6 giorno si scende. c'e il sole e ci mettiamo in marcia per queo circa 15 km verso hidalgo.
il picco di orizaba si mostra in tutta la sua bellezza per lasciarsi ammirare dal basso per la prima volta.
grazie
grazie montagna, bella e potente signora.
torniamo cosi alla civilta e a hidalgo recuperiamo un passaggio verso tlachichuca e il nostro amico joaquin.
scopriamo di una festa paesana quella notte e decidiamo di andare a festeggiare la riuscita della spedizione.
tutto ancora una volta ballando sul flusso di eventi che alcuni chiamerebbero caso aveva disegnato una storia splendida.
cosi scappando da ragazzini che indossavano tori in cartapesta che sparavano petardi sotto un cielo tinto da grezzi e meravigliosi fuochi artificiali finivamo quest'esperienza all'ombra di un vulcano maestoso co il cuore pieno pieno di vita e amore per questo tutto. senza scappare da niente ma seguendo il nostro cammino, ringraziando tutti quelli che invece stanno li da sempre, come joaquin, come il contadino che ci ha dato il formaggio di capra, permettendoci di essere qui dove siamo.
adelante companeros
ora jonny ha quasi finito tutti i soldi ma non credo che tornera a casa, la strada e`ancora troppo bella e c`e' del gas da aprire e correre verso nuove avventure
hasta pronto companeros
jonny avventura
lunedì 22 settembre 2008
qualche goccia di pioggia e amore
camminavo per le strade di citta del messico ed era domenica, il giorno da dedicare a se stessi.
a casa mi aspettava mirge la mia mujer messicana conosciuta tra i peyote.una ragazza incredibile.
ascoltavo i modena city rambler pensando alle giornate del g8 di genova del 2001 dove mi sono salvato per fortuna, pensavo a pezzi di portici percorsi sempre in skate a bologna e a mia sorella.
inizio a piovere
il passato serve principalmente a scrivere esperienza nel nostro cuore, nei nostri occhi, e per colorare le notte di storie da raccontare.
la pioggia si fece molto forte e io rallentai il passo. decisi di fare cio che la maggior parte di chi si dice ha del senso, non farebbe, rimasi li a fare il bel pensatore sotto la pioggia continuando ad ascoltarre musica
i miei rasta iniziavano a colare acqua e i pantaloni avevano gia cambiato colore.
lacrime iniziarono a scendere lungo le mie guancie.
un áltro momento pieno di vita. sentire li tutte quelle storie dannati e illegali e romantiche che mi hanno visto correrci attraverso
come sotto peyote o sotto acido, o sotto la pioggia e´la vita che sta li disposta lungo quel cammino e niente e´meglio di quelle foglie verdi, del sorriso dei cinni o degli uccellini che ravanano tra il pattume.
fate qualcosa senza senso. saltate nella prima fontana che vedete
vivete amici
riempitevi di amore e non starete piu sdraiati in un letto pensando se dire o no ti amo alla vostra ciccia perche sentirete che l'amore c'e gia in voi e non in lei e il dubbio non si porra piu
jonny pioggia
venerdì 19 settembre 2008
el jefe del desierto...aiuto mamma arrivano i peyoteros
la strada in pietra riportava i tre amici via da real de catorce, pure attraverso quel tunnel visto nel film puerto escondido,jonny stava riverso nei sedili posteriori sdraiato incastrato tra sacchi a pelo, zaini, una chitarra, una macchina da scrivere ,boccie d'acqua ,eccettera eccettera.era coperto da una pelle di pecora comprata da un vaccaro lungo una strada qualsiasi.il paimento del lato sinistro di hope era una vaschettaper i pesci rossi.tanat acqua e il fondo in sola moquete della macchina non era un buon connubbio.
la febbre a 39.7 lo portava in uno stato di delirio quasi piacevole cosicche ripercorse questa piccola aventura al deserto del nord
i 3 compagni avevano lasciato guanajato senza tante informazioni, sapendosolo che a nord c'era il deserto e la luna piena che aspettava.e' incredibile come tutto ruoti intorno al ciclo lunare quando si viaggia.lungo la strada la macchina era animata da conversazioni animate e importanti. si parlava di filosofia, parole e pensieri. parole, come quelle che le persone non sanno ascoltare ne dire, ponendo sempre e solo un sacco di conceti sociali costruiti dietro neel'arco del tempo con conseguente incomunicabilita mondiale. e pensieri come quelle troppe e inuili domandi che spesso ci poniamo dimenticandoci di vivere la vita.buono porsi domande per risvegliarsi dai torpori di una vita che non sa piu vedere, ma poi le domande dovrebbero pian piano cadere cosi da essere qui e ora, e iocredo fermamente chespesso si sbaglia nel cercare risposte. bisogna cercare le giuste domande;quelle si rispondono da sole.
cmq andavano per il deserto e quasi giunti diedero un passaggio a una tal veronica, donna un po pazza ex alcolista che si era salvata e curata da sole grazie al peyote.
grazieall'incontro decidono di andare a estacion catorce e da li partire la mattina dopo ben presto zaino in spalla verso la comune del tecolote dove céra il capo del deserto, un uomo saggio e triste che ha vissuto tutta la sua vita senza uscire da li, custodendo e insegnando il deserto e il peyote a chi lo va a visitare con qualche offerta come scambio
la notte stessa 2 ragazze molto carine peraltro si imbatterono in hope e cosi decisero di entrare alla casa per vedere di chi era. detto fatto ecco una connessione importante di questa storia.
i 3 cavalieri italiani gli offrirono un letto nella loro stanza, e senza doppi fini, anche se erano veramente carine vacca bestia.
la mattina dopo erano in cammino.la notte aveva mollato al suolo camionate d'acqua e la strada, 4,5km primadellímgresso al deserto era uno strato 10 cm fondo di melma.
grazie alla mappa di veronica arrivarono senza problemi e dopo un formaggio di capra fato dalla gente del paese conoscettero alri 2 ragazzi che ci portarono dal jefe.
li realizzarono l'importanza di quell'incontro.quell'uomo era una di quelle leggende che si leggono sui libri e si raccontano in tenda quando fuori piove.mani callose e dure, rughe di vecchiaia. non aveva mai lasciato il suo avamposto li nel deserto dove aveva rischiato di morire da piccola.
compari da dietro un cactus con la sua felicita e la tristezza dell'uomo, tutta li dentro, involto in abiti militari contrabbandati all'esercito.
ci accolse ci mostro dove accamparci, sotto l'albero magico e ci disse dove trovare la medicina.il peyote
erano le 12 e iniziammo a mangiar peyote.
nessuno impazzi e se qualcuno si fosse appollaiato su un albero in silenzio avrebbe visto solo ragazzi pieni di amore vagare per il deserto ammirandolo, respirandolo,bagnarsi alla pioggia e chiamare la luna con un circolo energetico e con un om. la notte fini in tenda di jonny. i 5 piu le 2 amiche. una scena decisamente hippie. fuori era freddo e nuvolo la tenda era da 2 e i ragazzi erano caselle di tetris. jonny sull'uscio cucinava pasta inventata.
il senso di comunione era enorme e cosi partirono giochi buffi e dal dirsi ben hippie, ma in vero ben divertenti e emozionanti. pezzi di grana padano venivano allungati con amore dai piedi di qualcuno e ci si imboccava l'un l'altro.per finire masaggio ai piedi...ben assurdo da dirsi, ben divertente da farsi.il giorno dopo dopo altri peyoti si ritorno' a hope.
jonny camminava guardando ogni tanto negli occhimirge, una delle due ragazze con cui aveva avuto una connessione enorme e pensava. era stato come quando sulla spiaggia di baja california si era preso un lsd. quanto pregiudizo e giudizio innocentemente e completamente ignorante a riguardo di queste "droghe".
io li vedo come punti di contatto con il mondo, apertura delle porte della percezione, il tempo non esiste, le seghe mentali non esistono, esiste il cielo i colori e energia che si sente, connessione con la nostra madre terra, con il senso che cercate da sempre ma non comprendete perche troppo semplice.
il senso della vita?
siate vivi qui e ora, non pensate a passato ne futuro, godete il dannato presente che e´l'unica verita se mi permettete la parola.qual'e' il senso di una mucca, di un sasso, di un albero, di un uccello. vivono il loro momento. fatelo anche voi. io lo faccio jonny lo fa e non abbiamo bisogno di droghe e viviamo in un estatsi totsle e costante . felicita prendedo il buono e il dolore pure che la vita offre.
testa alta ragazzi e se volete piu dettagli sulle esperienze allucinogene chiedete
jonny
la febbre a 39.7 lo portava in uno stato di delirio quasi piacevole cosicche ripercorse questa piccola aventura al deserto del nord
i 3 compagni avevano lasciato guanajato senza tante informazioni, sapendosolo che a nord c'era il deserto e la luna piena che aspettava.e' incredibile come tutto ruoti intorno al ciclo lunare quando si viaggia.lungo la strada la macchina era animata da conversazioni animate e importanti. si parlava di filosofia, parole e pensieri. parole, come quelle che le persone non sanno ascoltare ne dire, ponendo sempre e solo un sacco di conceti sociali costruiti dietro neel'arco del tempo con conseguente incomunicabilita mondiale. e pensieri come quelle troppe e inuili domandi che spesso ci poniamo dimenticandoci di vivere la vita.buono porsi domande per risvegliarsi dai torpori di una vita che non sa piu vedere, ma poi le domande dovrebbero pian piano cadere cosi da essere qui e ora, e iocredo fermamente chespesso si sbaglia nel cercare risposte. bisogna cercare le giuste domande;quelle si rispondono da sole.
cmq andavano per il deserto e quasi giunti diedero un passaggio a una tal veronica, donna un po pazza ex alcolista che si era salvata e curata da sole grazie al peyote.
grazieall'incontro decidono di andare a estacion catorce e da li partire la mattina dopo ben presto zaino in spalla verso la comune del tecolote dove céra il capo del deserto, un uomo saggio e triste che ha vissuto tutta la sua vita senza uscire da li, custodendo e insegnando il deserto e il peyote a chi lo va a visitare con qualche offerta come scambio
la notte stessa 2 ragazze molto carine peraltro si imbatterono in hope e cosi decisero di entrare alla casa per vedere di chi era. detto fatto ecco una connessione importante di questa storia.
i 3 cavalieri italiani gli offrirono un letto nella loro stanza, e senza doppi fini, anche se erano veramente carine vacca bestia.
la mattina dopo erano in cammino.la notte aveva mollato al suolo camionate d'acqua e la strada, 4,5km primadellímgresso al deserto era uno strato 10 cm fondo di melma.
grazie alla mappa di veronica arrivarono senza problemi e dopo un formaggio di capra fato dalla gente del paese conoscettero alri 2 ragazzi che ci portarono dal jefe.
li realizzarono l'importanza di quell'incontro.quell'uomo era una di quelle leggende che si leggono sui libri e si raccontano in tenda quando fuori piove.mani callose e dure, rughe di vecchiaia. non aveva mai lasciato il suo avamposto li nel deserto dove aveva rischiato di morire da piccola.
compari da dietro un cactus con la sua felicita e la tristezza dell'uomo, tutta li dentro, involto in abiti militari contrabbandati all'esercito.
ci accolse ci mostro dove accamparci, sotto l'albero magico e ci disse dove trovare la medicina.il peyote
erano le 12 e iniziammo a mangiar peyote.
nessuno impazzi e se qualcuno si fosse appollaiato su un albero in silenzio avrebbe visto solo ragazzi pieni di amore vagare per il deserto ammirandolo, respirandolo,bagnarsi alla pioggia e chiamare la luna con un circolo energetico e con un om. la notte fini in tenda di jonny. i 5 piu le 2 amiche. una scena decisamente hippie. fuori era freddo e nuvolo la tenda era da 2 e i ragazzi erano caselle di tetris. jonny sull'uscio cucinava pasta inventata.
il senso di comunione era enorme e cosi partirono giochi buffi e dal dirsi ben hippie, ma in vero ben divertenti e emozionanti. pezzi di grana padano venivano allungati con amore dai piedi di qualcuno e ci si imboccava l'un l'altro.per finire masaggio ai piedi...ben assurdo da dirsi, ben divertente da farsi.il giorno dopo dopo altri peyoti si ritorno' a hope.
jonny camminava guardando ogni tanto negli occhimirge, una delle due ragazze con cui aveva avuto una connessione enorme e pensava. era stato come quando sulla spiaggia di baja california si era preso un lsd. quanto pregiudizo e giudizio innocentemente e completamente ignorante a riguardo di queste "droghe".
io li vedo come punti di contatto con il mondo, apertura delle porte della percezione, il tempo non esiste, le seghe mentali non esistono, esiste il cielo i colori e energia che si sente, connessione con la nostra madre terra, con il senso che cercate da sempre ma non comprendete perche troppo semplice.
il senso della vita?
siate vivi qui e ora, non pensate a passato ne futuro, godete il dannato presente che e´l'unica verita se mi permettete la parola.qual'e' il senso di una mucca, di un sasso, di un albero, di un uccello. vivono il loro momento. fatelo anche voi. io lo faccio jonny lo fa e non abbiamo bisogno di droghe e viviamo in un estatsi totsle e costante . felicita prendedo il buono e il dolore pure che la vita offre.
testa alta ragazzi e se volete piu dettagli sulle esperienze allucinogene chiedete
jonny
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