21 12 2010
kathmandu
boudanat district
Mi manchera' questa terra.
sono arrivato tropp velocemente per portarle rispetto, e troppo presto me ne andro' per onorarla come merita.
Ma questo e' comune ai viaggi via aero, strappano il concetto di tempo e connessione. E io sono sul mio cammino e cosi va bene per questa volta.
Mi ha dato tanto e mi ha messo alla prova.
io mi sono aperto a lei cercando ci non cercare, aspettando invece, percorrendo lentamente i passi sulle stesse strade.
sporca, fritta, chiassosa, colorata, comprpmessa, pura e vera.
curiosa, sfacciatamente si intromette in ogni sfera privata che cosi scompare. cosi l'ho trovata.
accucciata al suolo a friggere speziate samosa, giovane donna in sari che mi sorride maliziosa. vuole sapere cosa ci faccio qua e vuole tutto da me.
ora che sono qua il mio non e' piu mio ma di tutti
io ci ho provato a darti tutto, spingendo oltre i miei limiti da occidentale e da Elia in evoluzione.
e ora ti dico grazie
GRAZIE
grazie terre di Himalaya
JOURNEY TO DHAMMA
martedì 21 dicembre 2010
mercoledì 15 dicembre 2010
The Annapurna way
cx
E' un posto piu' lento.
la gente si accovaccia per terra a chiaccherare
piano, lentamente.
e' un posto con piu' sorrisi e facce serene perche' un po' piu' libero di cio' che conosco dell'europa
un po' meno leggi
un po piu di relazioni e improvvisazione
una facciata piu sporca e povera
un contenuto piu semplice e sincero
tradizioni rurali forti e meno supermercati
una religione che influenza con la nonviolenza
la sacralita tangibile di una vacca per strada o di vuotare l'acqua di fiume o lago raccolta la mattina prima dell'alba per versarla sul pavimento di tyerra di fronte a casa per benedirlo, purificarlo e portare prosperita
la campanella agitata la mattina per svegliare il giorno in ogni casa
c'e' da sacralizzare e gioire di questo giorno, potyrebbe non esserci domani, cosi si pensa.
una religione che in primo insegna a non voler controllare ma a d accettare le cose cosi come sono.
karma e dharma
vite passate e conseguenze. la giusta azione.
per questo siedo felice in questo piccolo bar un po sporco.
con 3 dollari faccio colazione e mi pago una notte d'albergo.
faccio la vita da ricco, questa credo l'attrazzione principale. non dover pensare al futuro perche posso pagarmi il presente con un niente.
vita da turisti d'asia
ma preferisci viverla la vita o visitarla da turista?
ma mi immergo pure in una cultura, ma soprattutto in una dimensione del presente
vivere il presente cercando di sentirsi per sentire la vita e l'altro
valori che trovo in europa, ma devo essere piu' forte nel mantenerla in mezzo alla dilagante
frenesia e negozi di inutilita'
complicatezze
elaborazioni
tutte cose che allontanano dalla semplicita'
dall'origine di un bisogno
dalla natura che crea e regola i ritmi
Vivere senza fede e' come guidare nella nebbia
qui le persone hanno fede
la fede, il cammino religioso non e' una chiesa, una dannata istituzione di potere e controllo ne un dio fatto a somiglianza di uomo
e' credere in se stessi, nel proprio cammino, nella vita e nella forza divina della natura
nel dedicarsi a risvegliare la consapevolezza del divino in tutto, nella meraviglia del presente e esserne grati per poterlo vivere
grati del bene e del male senza categorizzarli come giusto o sbagliato
tutto e', tutto serve e comunque e'
credere e accettare l'altro, se stessi
con gioia apprezzare la semplicita del mondo sapendo di essere divini e piccolissimi, nonche parte di tutto questo
questo e' il cammino che ho deciso di percorrere
Tutto e' inutile senza la gioia
la gioia deriva dal completamento delle possibilita' che ci porta il presente
in qualsiasi forma arrivi
quindi non importa veramente cosa faro'.
Ma la motivazione nel fare e divenire sara' la direzione della mia fede.
Semplicemente essere.
quando sei tutto e' chiaro
per essere devi sentirti, capire che non sei pensiero ne cosa, ma lo spirito che ne sta dietro e che puo vivere nella consapevolezza di pensiero e materia senza esserne schiavo
buona vita gente
pace e prosperita', come si dice da queste parti....
Pokhara, Nepal.
Himalaya
Annapurna
venerdì 19 novembre 2010
Nepal
La notte ha inghiottito tutto.
e' scomparsa eszter, rishikesh e me stesso.ma nonostante tutto mi muovo attraverso l'india, lentamente. sopra le stelle di improvviso mi mostrano da che lato e' il cielo
meravigliasotto avvolto nella lamiera rovinata e rumorosa di un autobus che si lamenta mi avvicino al nepal.pareti colorate dal vomito dei passeggeristrade stanche del passaggio dell'uomo scoppiano lasciando piste di buche e pietre
24 ore 400 km forse
L'ombra dei boschi sui fianchi delle montagne e' sempre la stessa.
piccoli uomini ci passano attraverso carichi di tradizioni, canzoni, lavori, storie da ridere e da piangere.
il spore e' lo stesso ovunque nel mondo.
ma c'e' una cosa importante che cambia calando a voler coprire il sole per cancellare le ombre che danno colore.
e' il desiderio dell'uomo di possedere e controllare
quel desiderio che tende in mille modi una mano che vuole sembrare amicha.
ma non puo raggiungere l'ombra degli alberi piu' grandi, dove alcuni,pochi e giovani uomini festeggiano liberi la luna d'ottobre
green peace
18 11 1980
18 11 2010
grazie a tutti
passeggiavo tranquillo lungo il marciapiede della strada principale, nonche' una delle uniche del paese di "molto molto lontano"
in fronte a me notai una gran cacciara in fronte a una pizzeria di immigrati italiani.
era una rievocazione di qualche film folle e tutti avevano giganteschi baffoni
abbassai la faccia a terra in quanto in quel giorno dedicato a me, il mio compleanno avevo deciso di starmene tranquillo per le mie.
speranzoso di passare inosservato cercai il dribbling tra la folla quando una mano mi afferro'
ELLLLLLiiiiiiiama che ci fai qui?
era la mia nonna paterna francesca, con lei chiara , la zia e altri parenti alla lontana che non vedevo da anni nonche il nonno delmo, recentemente passato a un altro livello di questa vita.
imbarazzato e starnito dall'incontro rimasi basito mentre mi invitavano per la sera a cena in un altra pizzeria
ok
andai alla pizzeria e ci sedemmo a un piccolo tavolo
poi piano piano incomincio ad arrivare sempre piu gente conosciuta. iniziammo a spostare sedie e tavoli per farci postopoi iniziarono ad arrivare gli amici
voi tutti
amici che non vedevo da 5 6 10 anni con genitori conosciuti
c'eravate tuttipoi avete iniziato a tirare fuori i regali
ed e' arrivata la mia famiglia
la tavolata era diventata una festa a sorpresa enorme organizzata da mia mamma e mia sorella
non manacava nessuno
e tutto era dannatamente vero
che meraviglia
grazie amicigrazie per questo regalo
io non so come abbiate fatto ma vi assicuro che e' stata un esperienza magica
nepal, pokhara
aquile condor e falchi solcano il cielola pioggi e' cessata, il lago e' calmo e lo zaino pronto.
domani si parte verso annapurna, verso la dea montagna
namaskar
elia
e' scomparsa eszter, rishikesh e me stesso.ma nonostante tutto mi muovo attraverso l'india, lentamente. sopra le stelle di improvviso mi mostrano da che lato e' il cielo
meravigliasotto avvolto nella lamiera rovinata e rumorosa di un autobus che si lamenta mi avvicino al nepal.pareti colorate dal vomito dei passeggeristrade stanche del passaggio dell'uomo scoppiano lasciando piste di buche e pietre
24 ore 400 km forse
L'ombra dei boschi sui fianchi delle montagne e' sempre la stessa.
piccoli uomini ci passano attraverso carichi di tradizioni, canzoni, lavori, storie da ridere e da piangere.
il spore e' lo stesso ovunque nel mondo.
ma c'e' una cosa importante che cambia calando a voler coprire il sole per cancellare le ombre che danno colore.
e' il desiderio dell'uomo di possedere e controllare
quel desiderio che tende in mille modi una mano che vuole sembrare amicha.
ma non puo raggiungere l'ombra degli alberi piu' grandi, dove alcuni,pochi e giovani uomini festeggiano liberi la luna d'ottobre
green peace
18 11 1980
18 11 2010
grazie a tutti
passeggiavo tranquillo lungo il marciapiede della strada principale, nonche' una delle uniche del paese di "molto molto lontano"
in fronte a me notai una gran cacciara in fronte a una pizzeria di immigrati italiani.
era una rievocazione di qualche film folle e tutti avevano giganteschi baffoni
abbassai la faccia a terra in quanto in quel giorno dedicato a me, il mio compleanno avevo deciso di starmene tranquillo per le mie.
speranzoso di passare inosservato cercai il dribbling tra la folla quando una mano mi afferro'
ELLLLLLiiiiiiiama che ci fai qui?
era la mia nonna paterna francesca, con lei chiara , la zia e altri parenti alla lontana che non vedevo da anni nonche il nonno delmo, recentemente passato a un altro livello di questa vita.
imbarazzato e starnito dall'incontro rimasi basito mentre mi invitavano per la sera a cena in un altra pizzeria
ok
andai alla pizzeria e ci sedemmo a un piccolo tavolo
poi piano piano incomincio ad arrivare sempre piu gente conosciuta. iniziammo a spostare sedie e tavoli per farci postopoi iniziarono ad arrivare gli amici
voi tutti
amici che non vedevo da 5 6 10 anni con genitori conosciuti
c'eravate tuttipoi avete iniziato a tirare fuori i regali
ed e' arrivata la mia famiglia
la tavolata era diventata una festa a sorpresa enorme organizzata da mia mamma e mia sorella
non manacava nessuno
e tutto era dannatamente vero
che meraviglia
grazie amicigrazie per questo regalo
io non so come abbiate fatto ma vi assicuro che e' stata un esperienza magica
nepal, pokhara
aquile condor e falchi solcano il cielola pioggi e' cessata, il lago e' calmo e lo zaino pronto.
domani si parte verso annapurna, verso la dea montagna
namaskar
elia
venerdì 5 novembre 2010
Lost in myself
Non c'e 2 senza tre e cosi per la terza volta sono tornato a rishikesh.
e' stato bello ritrovare il silenzio, il tempo di guardare ogni tramonto mentre le montagne si incendiano di rosa e canti hindu riempiono la valle. intorno solo uccellini variopinti cantavano al tramonto mentre una rudimentale cucina bolliza una semplice zuppa di patate.
mi sono riperso nel mio interno, nel mio ego scoprendo di essere ancora governato dal giudizio, verso gli altri e verso me stesso. abbandonarsi nell'altro non e' facile. farsi amare non e' facile.
ci hanno insegnato cosi tanto che dobbiamo dare e fare che non sappiamo forse piu' ricevere, ne abbiamo paura.
ma se nessuno riceve il dono dell'offerta viene sprecato.
saper ricevere passivamente con gratitudine e' altrettanto importante che il dare.
una volta te una volta me.
attraverso un cammino che abbraccia l'arte del tantra cerco la via del divino in ogni gesto.
ma il rumore assordante attorno mi confonde
ma da dove viene il rumore?
dalla citta'.......dalla mia testa.
cosi nel silenzio del sole mi sono spogliato per sentire la voce del silenzio e ho visto il lato della montagna
precipitavo dai picchi piu' alti alle valle piu' inabissate in una rapsodia di emozioni brucianti che mi lasicavano senza pace.
qui sul fianco della montagna ora vedo i picchi, le valli, la luna e il sole. e' un buon posto per crescere ortaggi e costruire un riparo da chiamare casa.
da qui posso andare su quei picchi e attraversare quegli abissi ma qua posso tornare perche' ne conosco la strada.
E' la casa della mia pace.
Metafora che racchiude molto
Io non sto cercando di colpirti, ti racconto le mie emozioni perche' voglio capirti, capirmi, farmi capire; perche' mi attacchi.
abbassa le difese, renditi vulnerabile a me
io non sto cercando di colpirti
ma sappiamo parlare?
solo se ti renderai vulnerabile e abbasserai le braccia e quello sguardo annebbiato dalla mente potro abbracciarti e guardarti negli occhi
non dovremo piu' parlare.
ancora la montagna insegna
con calma sali
con calma ti conoscero'
se aggredisci il sentiero cadrai a terra senza energia e maledirai te e la montagna
con calma arriverai invece a vedere l'alba
Jonny
lunedì 25 ottobre 2010
Himalaya. Camera con vista.
Immagina polvere.
immaginane un po' di piu.
ora chiudi gli occhi perche' ti sta riempiendo la testa attraverso le pupille
respira la densita' ruvida dell'aria grigia.
nel mentre rocce cadono dalla montagna e 2 metri oltre la strada precipita in un abisso di pietre quasi verticalmente verso il sacro ganga.
attaccati al clacson cercando di farti sentire dal probabille camion che e' dietro la curva e riempie interamente la strada.
non vedo niente
il mondo e' polvere
ecco incastrati di nuovo
montagna che cade, camion, precipizio. non c'e' posto nemmeno per un bambino magrissimo per infilarsi oltre.
si gioca a chi passa prima
15 km in un ora e' il massimo che si puo riuscire a fare. piu o meno
25 se sei fortunato
ma suona il clacson
scimmie saltano tra gli alberi urlando mentre il verde rida colore al mondo che lascia il grigio assorbirsi nella valle di kedarnath
uccelli variopinti sfidano il colore brillante dei sacchetti di plastica e gli uomini sono ovunque e ammassati
ma la natura e' padrona e potente, eccetto i sacchetti di plastica. qua l'umo preferisce stare ammassato a casa sua.
le nubi si aprono prima del tramonto.
discuto sul prezzo dell'ingresso al parco con eszter e il guardiaparco che pensa io sia un ricco occidentale
taccio la nubi si aprono e in un punto che credevo solo cielo appare chocamba, 7800metri. dio.
3 di mattina la sveglia suona. sotto una via lattea che spara stelle cadenti fuori stagione osservo il carro grande levarsi verso il cielo mentre orione mi indica la direzione.
cerco la stella polare tra il carro grande e cassiopea.
le pietre si copriono di brina ghiaccita quando raggiungiamo i 3800 metri nel buio ancora totale.
suono la campana e sono in cima, 4090 metri. arriva eszter, suona la campana e insieme rendiamo omaggio al tempio e ci avvolgiamo in un panno.
fa freddo.
ore 6 am
il sole esce dalle montagne illuminando l'himalaya di qualcosa non spiegabile a parole
silenzio
pure bliss
prima alba himalayana
immaginane un po' di piu.
ora chiudi gli occhi perche' ti sta riempiendo la testa attraverso le pupille
respira la densita' ruvida dell'aria grigia.
nel mentre rocce cadono dalla montagna e 2 metri oltre la strada precipita in un abisso di pietre quasi verticalmente verso il sacro ganga.
attaccati al clacson cercando di farti sentire dal probabille camion che e' dietro la curva e riempie interamente la strada.
non vedo niente
il mondo e' polvere
ecco incastrati di nuovo
montagna che cade, camion, precipizio. non c'e' posto nemmeno per un bambino magrissimo per infilarsi oltre.
si gioca a chi passa prima
15 km in un ora e' il massimo che si puo riuscire a fare. piu o meno
25 se sei fortunato
ma suona il clacson
scimmie saltano tra gli alberi urlando mentre il verde rida colore al mondo che lascia il grigio assorbirsi nella valle di kedarnath
uccelli variopinti sfidano il colore brillante dei sacchetti di plastica e gli uomini sono ovunque e ammassati
ma la natura e' padrona e potente, eccetto i sacchetti di plastica. qua l'umo preferisce stare ammassato a casa sua.
le nubi si aprono prima del tramonto.
discuto sul prezzo dell'ingresso al parco con eszter e il guardiaparco che pensa io sia un ricco occidentale
taccio la nubi si aprono e in un punto che credevo solo cielo appare chocamba, 7800metri. dio.
3 di mattina la sveglia suona. sotto una via lattea che spara stelle cadenti fuori stagione osservo il carro grande levarsi verso il cielo mentre orione mi indica la direzione.
cerco la stella polare tra il carro grande e cassiopea.
le pietre si copriono di brina ghiaccita quando raggiungiamo i 3800 metri nel buio ancora totale.
suono la campana e sono in cima, 4090 metri. arriva eszter, suona la campana e insieme rendiamo omaggio al tempio e ci avvolgiamo in un panno.
fa freddo.
ore 6 am
il sole esce dalle montagne illuminando l'himalaya di qualcosa non spiegabile a parole
silenzio
pure bliss
prima alba himalayana
venerdì 1 ottobre 2010
I N D I A
L'uomo accolse i due pellegrini sulla sommita' del tempio. Un palazzo costruito sul fianco della montagna, scale collegavano i piani in ognuno dei quali un qualche divinita si mostrava alla valle sotto. un tempio semplice, 9 piani che svettavano fuori dalla giungla. Le scimmie saltavano facendo ballare le cime degli alberi e il sacro fiume Ganga scorreva sotto, finalmente placato dopo la grande piena che aveva distrutto diversi ashram e le abitazioni di molti sadu.
La mano piccola e nera di quell'uomo appoggiata alla balaustra tocco quella di jonny per motrargli una montagna e dirgli il nome. I gesti erano il principale metodo di espressione spesso, anche se l'inglese era parlato da molte persone.
rishikesh, citta' dei santi, citta' di miracoli e di apprendimento, yoga, meditazione, depurazioni. gli incensi e i canti riempivano sempre le strade insieme a santi accattoni poco diversi dai vaneggiatori del pratello.
Citta' di turismo indiano e straniero. Compra, mangia, fuma, segui il corso, il solito carosello dello zoo dei turisti.
In quella piccola mano scura jonny vide la realta' di un presente non diverso da quell dei vecchi contadini dell'appennino bolognese.
Ognuno con la sua fatica, la sua gioia, la sua verita' e saggezza. Solamente diversa. Nessuna piu' importante dell'altra se fatta nel rispetto. La vera grande differenza era nella consapevolezza del proprio luogo, dell'interazione nella natura in cui si viveva.
Vide la valle del Ganga e capi un po di pii' dove era.
Si era in qualche modo poco importante ritrovato a rishikesh, famoso villaggio famoso per lo yoga e li senza mappa ne progetti aveva seguito le informazioni di gente che incontrava lungo la strada.
Aveva presto trovato buoni amici e decise che ri sarebbe rimasto fino che il flusso non l'avrebbe chiamato. una notte una dona lo fermo per la strada e in seguito gli presento' davanti un mazzo di carte.
-scegline una- gli disse
Jonny pesco la carta mentre il ganga infuriava nella notte vicino alla capanna di bambu dove stavano prendendo un te chiai.
pesco la carta e fu poco sorpreso da cio che vide. Era ciso che senza aspettare stava aspettando.
la carta diceva che qualcosa di molto simile stava per arrivare se era pronto a essere aperto a una nuova interpretazione dei rapporti.
Viaggiare ritorna un concetto strano nella mia mente, vorrei dire quasi sbagliato fatto in questo modo. Un aereo che ti precipta in un luogo dove ogni azione edistorta da una naturalita' a causa di una differenza culturale.
ma l'alterazione dei posti e' un fatto gia' accaduto a causa del colonialismo e del turismo. i risultati sono sempre stati pessimi. ora cerchiamo di rimediare, a volte in modi meravigliosi, ma la base parte da li'
viaggi troppo veloci o progetti da conquistadores.
da una casa sono nato e da li dovrei partire come pellegrino con le sole mie forze.
questo il modo che sento giust per il viaggio
ma rispetto quello che e' il cammino di ognuno e il mio quindi nato qua ora seguo questo flusso qua.
in completo abbandono.
e fin'ora e' uno spettacolo, eccetto l'attesa infezione intestinale con diarrea acuta tipica del benvenuto dell'india, finalmente superata.
Quindi avanti.
Poco prima di partire Jonny ebbe un ennesima sensazione spiacevole, e grazi all'essenziale supporto della saggia sorella decise per il piano B. il famoso piano B quello che ti dice di abbandonare i piani fatti a tavolino per adattarti a quello che ti porta la vita.
la vita e' sempre un piano B per quanto ci ostiniamo a cercare il piano A.
Vuoto lo zaino, saluto' rosso, butto 2 cose nella borsa e salto' sull'aereo con poco meno di niente.
Niente bici.
Pagina bianca.
La mano piccola e nera di quell'uomo appoggiata alla balaustra tocco quella di jonny per motrargli una montagna e dirgli il nome. I gesti erano il principale metodo di espressione spesso, anche se l'inglese era parlato da molte persone.
rishikesh, citta' dei santi, citta' di miracoli e di apprendimento, yoga, meditazione, depurazioni. gli incensi e i canti riempivano sempre le strade insieme a santi accattoni poco diversi dai vaneggiatori del pratello.
Citta' di turismo indiano e straniero. Compra, mangia, fuma, segui il corso, il solito carosello dello zoo dei turisti.
In quella piccola mano scura jonny vide la realta' di un presente non diverso da quell dei vecchi contadini dell'appennino bolognese.
Ognuno con la sua fatica, la sua gioia, la sua verita' e saggezza. Solamente diversa. Nessuna piu' importante dell'altra se fatta nel rispetto. La vera grande differenza era nella consapevolezza del proprio luogo, dell'interazione nella natura in cui si viveva.
Vide la valle del Ganga e capi un po di pii' dove era.
Si era in qualche modo poco importante ritrovato a rishikesh, famoso villaggio famoso per lo yoga e li senza mappa ne progetti aveva seguito le informazioni di gente che incontrava lungo la strada.
Aveva presto trovato buoni amici e decise che ri sarebbe rimasto fino che il flusso non l'avrebbe chiamato. una notte una dona lo fermo per la strada e in seguito gli presento' davanti un mazzo di carte.
-scegline una- gli disse
Jonny pesco la carta mentre il ganga infuriava nella notte vicino alla capanna di bambu dove stavano prendendo un te chiai.
pesco la carta e fu poco sorpreso da cio che vide. Era ciso che senza aspettare stava aspettando.
la carta diceva che qualcosa di molto simile stava per arrivare se era pronto a essere aperto a una nuova interpretazione dei rapporti.
Viaggiare ritorna un concetto strano nella mia mente, vorrei dire quasi sbagliato fatto in questo modo. Un aereo che ti precipta in un luogo dove ogni azione edistorta da una naturalita' a causa di una differenza culturale.
ma l'alterazione dei posti e' un fatto gia' accaduto a causa del colonialismo e del turismo. i risultati sono sempre stati pessimi. ora cerchiamo di rimediare, a volte in modi meravigliosi, ma la base parte da li'
viaggi troppo veloci o progetti da conquistadores.
da una casa sono nato e da li dovrei partire come pellegrino con le sole mie forze.
questo il modo che sento giust per il viaggio
ma rispetto quello che e' il cammino di ognuno e il mio quindi nato qua ora seguo questo flusso qua.
in completo abbandono.
e fin'ora e' uno spettacolo, eccetto l'attesa infezione intestinale con diarrea acuta tipica del benvenuto dell'india, finalmente superata.
Quindi avanti.
Poco prima di partire Jonny ebbe un ennesima sensazione spiacevole, e grazi all'essenziale supporto della saggia sorella decise per il piano B. il famoso piano B quello che ti dice di abbandonare i piani fatti a tavolino per adattarti a quello che ti porta la vita.
la vita e' sempre un piano B per quanto ci ostiniamo a cercare il piano A.
Vuoto lo zaino, saluto' rosso, butto 2 cose nella borsa e salto' sull'aereo con poco meno di niente.
Niente bici.
Pagina bianca.
venerdì 10 settembre 2010
Sono Pronto
Sono pronto.
Il visto è pronto insieme gli enormi dubbi sul bagaglio, "avrò preso le cose giuste?", poi la bici, "Rosso" è pronto impacchettato in un vecchio lenzuolo.
Anche tutti i mie dubbi sono pronti a dirmi "ma chi ce l'ha fatto fare!"
Quasi sembra che non sono mica tanto pronto.
Ma sono pronto a lasciare tutto
a cambiare tutte le idee e i piani
sono pronto a regalare Rosso a un "Jonny avventura Indiano" e con lui il progetto di viaggio in bici
sono pronto a tornare in italia dopo una settimana
sono pronto a lasciare tutti i miei bagagli persi in aereoporto
sono pronto a lasciare tutto anche se non vorrei
anche se ho paura
sono pronto ad abbandonarmi, to surrend
Quindi
Sono pronto al viaggio, sono pronto all'himalaya
Sono pronto a tenere stretto dentro di me il desiderio che mi fa camminare avanti: connessione profonda con me stesso, con l'altro e con la terra
attraverso il gioco, attraverso il lavoro, attraverso l'avventura
Ho bisogno di scrivere su questo etere per parlare al mondo, a tutta quella gente che credo si aspetti qualcosa da me, da Elia, da Jonny Avventura. Ma questo mondo di gente, in realtà è solo la trasposizione del mio ego che crede di essere importante, ed ha paura di essere giudicato; è a lui che parlo.
E gli dico che siamo pronti ad abbandonare tutti i piani.
Non aspettatevi avventure gente, non aspettatevi storie, non aspettatevi imprese folli.
Jonny è pronto a lasciare tutto e a fare la calzetta.
Solo in questo modo Jonny potrà essere pronto a vivere.
Se sei pronto a morire, sei pronto a vivere.
Sembra uno slogan da commando militare, ma ha un significato molto profondo
ogni notte muoriamo per rinascere la mattina
sole se siamo pronti a lascire la presa sul possesso.
Anche noi come le mele e l'aglio siamo frutti di questa terra su cui viviamo, Bologna, Temuco, Buenos Aires, Bruxelles.
Diversi frutti per diverse terre; pomodori, avocados, kumara, grano saraceno.
Diversi anche gli stessi frutti se lasciati crescere naturalmente.
Così le razze umane, religioni, culture, in primis sono diversi perchè la terra che gli da nascita è diversa.
Io vado a portare i semi del mio desiderio di vivere nella terra mistica dell'himalaya per innaffiarla e far crescere in me nuovi frutti.
Ho avuto paura timori e dubbi cercando di essere pronto, pronto in un modo che non si può.
Martedi 14 verrò vomitato in una terra diversa.
Morirò qua e rinascerò in una terra diversa.
Così mi sento.
Per davvero.
Non sono euforico, non sono triste, sono sereno in viaggio verso una nuova tappa sconosciuta sulla linea che divide yin da yang.
Sono contento, serenamente felice di questa splendida vita.
Sono pronto a morire per rinascere.
Roba tosta ragazzi.
Jonny-Elia.
mercoledì 7 luglio 2010
On the Road AgAin...Himalaya
Il 13 settembre dice il lunario è un giorno buono per viaggiare.
E Jonny viaggia allora!
Ore 11:55 Malpensa, 13 settembre 2010. direzione nuova delhi.
come si dice il dado è tratto.
Hasta luego jonny.
Che le stelle ti guidino sempre e la strada ti porti lontano!
Ma perchè ripartire verso il grande ignoto quando si ha ormai trovato una stabilità materiale?
Perchè esiste solo la stabilità spirituale, tuuo il resto è uno splendido e laborioso susseguirsi di stagioni, venti, tempeste e splendidi giorni di ozio sotto il sole.
Seguire le regole e andarci contro sono i due lati dello stesso biscotto ammuffito. Essere se stessi e disegnarsi il proprio cammino e LIBERTA. Jonny cammina.
La sua ragione per andare è TO FEEL REALITY, capire il rispetto per la vita, per l'amore.
E quindi via verso nuovi orizzonti fantasmagorici, verso Dhamma, la legge di vita.
Cantava una ormai vecchia canzone del Modena City Ramblers:
http://www.youtube.com/watch?v=cFX0bVLR574&feature=related
Buona avventura Jonny!
venerdì 2 luglio 2010
Quasi Solo Sono.....e piu non ho.
Ho venduto quasi tutto.
Poi ho perso i capelli per la luna nuova, tagliati.
Ho dato via la maggior parte di ciò che avevo riprendendo ad essere più una persona che un mucchio di oggetti.
Ma, quando ho sentito ruggire Renata sparendo all'orizzonte senza di me a bordo ho avuto un tuffo al cuore forte.
Ho capito che un enorme passo era stato fatto e non si tornava più indietro.
Renata, casa, stabilità, amica, compagna, supporto morale e base del mio stile di vita, era, partita.
---
Jonny era rimasto li, solo in mezzo alla strada, una bici legata a un palo e uno zaino nuovo, alcuni stracci, vestiti e talismani da organizzare e una certezza. L'idea di un nuovo grande viaggio si era appena trasformato in una realtà prossima.
Un viaggio verso il Dhamma, verso la verità più sottile. Un viaggio verso il cuore verde e pulsante del mondo.
Journey to Dhamma.
Un viaggio che iniziava nel grande tempio del mondo:
lunedì 17 maggio 2010
Log Out
Yes i did
sulla finestrella in alto a destra c'è una icona che dice
Log Out?
e io l'ho fatto.
Troppo bello e misterioso il mondo fuori per cercare invece di direzionarlo con la meraviglia di internet.
internet è una meraviglia di possibilità.
ma possibilità che vengono decise da chi muove il mouse.
Son sicuro che anche li può capitare il fato divino, o quel caso che fa scoprire e fa capitare cose incredibili.
Ma la fuori è tutta un'altra storia.
Così ho deciso di dare una chance in più a ciò che io chiamo strada o flusso.
Quindi Log Out per me ed esco aperto nel mondo.
Vedere cosa mi porta mentre cammino o vado in bici a scoprire le meraviglie.
Privilegio ciò che capita seguendo attentamente il cuore invece di cercare cio che penso sia giusto.
Esempio:
Jonny sta cercando una fattoria dove passare i prossimi 2 mesi a lavorare la terra, crescere e preparare un nuovo viaggio. Nepal.
Esistono vari siti: wwoof, Helpx, tutti fantastici, zeppe di realtà fantasma-allegoriche. c'è l'imbarazzo della scelta, e qualunque sarà c'è la quasi certezza di trovare amici e casa.
poi un giorno in bici passa nel parco talon, quello vicino casa dei nonni; quello che l'ha visto crescere e spesso correre per sfogarsi. li quel giorno ha notato una persona con una cassetta con scritto bio in mano.
Mentre si preparava a fare una super curva per sfrombolarsi in discesa si incuriosi a tal punto da rallentare prima di rendersene conto
"Scusa cos'è 'sto posto?"
Chiese al ragazzo.
Era un fattoria che praticava biodinamica e si occupava del ripristino dell'agricoltura in spazi urbani. Stefano era sposato con una canadese e era insegnante yoga.
Stefano aveva bisogno di Jonny.
...
Cosa farà Jonny? Cerchera la situazione perfetta per lui su internet o ascolterà quello che sembra un chiaro segno portato dal Flusso?
Cosa fareste voi?
...
19 Giugno aperitivo a Bazzano con proiezione foto Di Jonny Avventura e altri libri disponibili in una nuova riedizione
sabato 20 febbraio 2010
Jonny Avventura.....Il libro.
- L'immaginifica storia alla scoperta del flusso -
- Prologo -
Giorni di viaggi intensi, mercati, colori, gente con la pelle mora e tanta polvere, tanta fatica, tanto verde, tanta musica e troppa amicizia, sempre quella che ti sconvolge nella sua semplicità. Ancora tramonti da mille colori che ti beffano facendoti credere che la luce è ormai morta, esplodendo invece in un giallo che ti trasporta in una altro luogo tutto rosato. E ancora albe, treni, ruote, passi e parole, fino a raggiungere l’età di settantacinque anni e collassare dalla fatica, per colpa di una schiena che ha già visto troppa vita. E finalmente una città, un letto, una doccia e cibo che quasi non toccavo da due giorni causa la crisi fisica.
Ti svegli poi la mattina riposato, e sai che manca poco, 4 giorni, un paio di settimane al Natale che passerai con la famiglia, quindi bue e asinello anche se lama e guanaco sarebbero più a tema con le terre dalle quali arrivi, le Ande.
Ti svegli nuovo e fuori dal vetro appare un giorno strano, stai venendo dal deserto dopotutto, è uno di quei tuoi giorni dove la mente viaggia lontano.
Quei giorni. Uno di quelli hai deciso di uscire alla luce a giocare in questo buffo e assurdo mondo.
A day of cold november rain. Siamo in dicembre e non fa freddo essendo nell’emisfero australe, ma la sensazione è quella, come un regalo per trovare la mente giusta per pensare a quello che sta succedendo.
Sto tornando a casa, il viaggio in sud America è finito.
Vedo Bologna, una figura incappucciata sui gradini della piazza con una birra in mano. Vedo il mio skate scivolare veloce sul tubo di ferro della rampa e sento gli amici gridare, sento la mia mano che veloce accarezza un ripido pendio di fresca neve vergine mentre cavalco con lo snowboard su quelle montagne che sempre più amo, e sento gli abbracci di tutti gli amici.
Trascino i miei passi in quest’ultima notte su strade di una città ormai conosciuta, sento musica che attraversa le orecchie ma non penetra nel corpo. Come sagoma invisibile mi nascondo nel cappuccio per vedere e non essere visto, solo due occhi invisibili che osservano scivolando su una melodia che viene da dentro, dalla colonna sonora ormai innestata nel cervello.
Storie per le strade del mondo che scorrono su sequenze di mattonelle poco colorate illuminate da lampade giallastre, piedi che pestano, scivolano o a volte calciano.
Flash di immagini che appaiono come rutti improvvisi, tirando su vecchi odori, come una jeep color salmone o l’odore gelido di passi scanditi dal freddo, verso quella casa sconosciuta e una festa.
A volte tutto si ferma e tu lo sai,
“…everybody need some times on their own, everybody need some times all alone…” e realizzi che sei di nuovo solo tu con le tue gambe, che ancora spingeranno una matta mente verso l’ignoto…forse.
Difficile fissare una mente in una vita tempestosa.
Jonny AvventurA
----
Erano passati più di 4 anni da quel giorno.
Jonny era seduto alla scrivania della sua stanza, erano le tre di notte. L'incenso spandeva il suo aroma, mentre cinque viaggiatori recuperati per strada dormivano sparpagliati per la sua casa dopo una deliziosa cena iraniana, c’era molto amore nell’aria.
La luna sarebbe stata piena in ventiquattro ore ma in quel momento non brillava di meno splendore, fiera in fronte alla grande finestra di quella stanza in Nuova Zelanda. La musica alla radio era perfetta per viaggiare ancora un po più in là.
Jonny was feeling so blessed.
Fissò la luna a lungo, ricordando tutte quelle volte che si era trovato solo con lei in posti meravigliosi, o in situazioni assurde. Luna piena è tempo di arte.
Ma ci fu una volta in cui la luna aveva sancito qualcosa di veramente unico.
…
Gli alberi stavano di nuovo diventando sagome nere all’orizzonte. L’odore della salvia bruciata nella cerimonia in onore della montagna riempiva l’accampamento, un semplice bivacco in una nicchia protetta dal vento. Mentre infilato nel sacco a pelo mi coprivo con un telo di plastica, mi venne in mente quella volta sulle Ande al confine con la Bolivia quando percorrevo un sentiero di antiche cerimonie.
Guardai ancora il fuoco prima di scomparire sotto i teli, come quella volta, solo con un nome diverso, grazie Papa Tua Nuku, grazie Pachamama, grazie Madre Terra.
All’alba sarei ripartito, mancavano ancora 20 km per arrivare al monte del profeta dai capelli verdi.
Questa storia era cominciata poco tempo prima, non mi sentivo bene, avevo perso di vista il senso in questa vita, che a forza avevo cercato di far rientrare negli standard di un lavoro, amici, una ragazza e delle vacanze. Non stava funzionando per niente.
Un giorno più confuso del solito, davanti a uno specchio, dove nessuno mi potesse sentire ne giudicare mi guardai in faccia e a voce alta mi posi qualche semplice domanda:
Sei felice? Stai vivendo la tua leggenda personale? Cosa Desideri?
No. Non lo stavo facendo, non lo sapevo. Molte domande e dubbi mi affollavano la testa, avevo bisogno di un consiglio.
Una vecchia pazza mi aveva confidato di conoscere un profeta che una volta l’aveva aiutata. La donna, considerata squilibrata dalla gente, aveva negli occhi una scintilla che chi la giudicava non aveva. Decisi di ascoltarla e di andare a cercare il profeta.
- Si fa chiamare il profeta dai capelli verdi, alla base della montagna lo conoscono. Chiedi di lui, ma vai solo.- Così mi disse.
Così ora mi trovavo qua.
…
Il profeta guardo Jonny negli occhi.
Un corvo passò e lancio un occhiata curiosa ai 2 personaggi che si stagliavano all'uscita della grotta; due sagome che diventavano nei profili nel tramonto, unendosi a quel unica visione cosmica.
Poi lui parlò:
- Non so Jonny, il tuo futuro e' incerto.
Anche io posso dirti poco, molti ti direbbero che potresti fare una brutta fine. -
Jonny abbasso gli occhi, ma un leggero sorriso di serenità e consapevolezza comparve sul suo viso.
Guardò il profeta e fece per parlare, ma si fermò.
- No, non dire niente Jonny. Lo so.
Non e' il futuro quello che vai cercando, ne' la certezza. Già hai trovato la chiave per le porte della percezione. –
Il profeta guardò il cielo.
Il sole era già dietro la cordigliera aguzza di roccia nera, il cielo era arancio e i raggi del sole attraversavano le nuvole basse tagliando il cielo.
Respirò a fondo rumorosamente.
Si vuotò, poi si riempì, poi parlò.
- Nei tuoi occhi c'e' la mappa del tuo cammino.
Verdi come i frutti della terra, gli alberi, custodi della vita, messaggeri del cuore della terra, cambiano con le stagioni di colore e umore, come i tuoi occhi.
La tua compagna avrà occhi di terra, madre generatrice di vita, custode del cuore. In lei pianterai le tue radici e potrai finalmente far sbocciare le tue gemme.
Troverai in lei la pace e il luogo che quasi possiedi, che hai compreso, ma sai che ti manca una parte.
Trovala negli occhi. Saprai!
E vostro figlio avrà occhi di cielo, frutto della vostra evoluzione e amore, si innalzerà verso il cielo per completare il ciclo divino. –
- Grazie profeta. –
- Ora vai Jonny. –
Jonny unì le mani davanti alla fronte come in preghiera e le fece scendere sul cuore, si inchinò con rispetto.
- Namaskar dada –
Fece un grande respiro, attirando a se l'energia di quel luogo magico, poi si vuotò i polmoni restituendo quella energia caricata della sua gratitudine.
Si congedò dal profeta e si infilò l'imbrago per andarsene.
Arrivare non era stato facile, aveva scalato pareti molto verticali, la discesa non sarebbe stata una passeggiata.
Fissò un ancoraggio intorno a uno spuncione solido per calarsi e gettò la corda oltre il margine verso l'abisso, la passò attraverso il discensore e fece un nodo proust di sicurezza.
Lentamente caricò il peso nel imbrago e si sporse verso l'aria sottile, guidato ora dalla luce della luna.
Era sempre emozionante per Jonny calarsi sospeso da quella corda da 9 mm verso la ferma valle; una piccola sagoma nera che scendeva lungo una linea come un piccolo ragno.
Ora sapeva.
Negli occhi.
Forse avrebbe vagato per sempre impazzito di vita, ma forse l'avrebbe trovata.
Jonny aveva deciso, sarebbe partito alla scoperta di quello che il mondo aveva da insegnargli.
Sarebbe partito alla ricerca di quegli occhi, che forse erano metafora.
Sarebbe partito alla scoperta dell’amore e della fede.
…
Ma chi è Jonny Avventura?
Jonny è colui che osa spingersi nel regno del desiderio, dove ogni certezza traballa instabile, è la voce dell’istinto e della passione più ancestrale che si possa trovare. È anche la voce della pazzia genuina, un essere talmente eclettico e vario che è impossibile trovarne una definizione. Mentre qualcuno ci sta pensando, lui si è già lanciato in una nuova avventura che lo trasformerà completamente. Ogni giorno Jonny nasce nuovo e pronto a vedere che avventura gli porterà la vita, senza passato a cui attaccarsi per scegliere cosa è stato, senza futuro al quale guardare per decidere cosa vorrà essere.
Jonny è.
È il jolly, l’elemento casualità che aiuta a comporre i giochi.
Incosciente e imprevedibile, le sue parole spesso sono accecate da una passione per la vita che lo fa farneticare. Zitto Jonny, è meglio che metti in moto l’avventura piuttosto.
Jonny ambisce ad essere puro, non perfetto, ne giusto ne sbagliato. Vuole giocare la vita, perché è troppo bella per fare i seri. Seri per cosa poi?
Jonny è il mio super eroe preferito.
Io sono con Jonny, o Jonny tenta di essere me, o io lui?
…
In un freddo inverno sperso tra le alpi era parcheggiato un vecchio furgone di nome Renata. Croste di ghiaccio ne ricoprivano il lato esposto a nord. Quel giorno il sole era alto e forte, ma il clima era triste in quel luogo, si respirava solitudine e abbandono mentre a torso nudo un mio io passato cercava di gelare via i demoni e di scaldare un cuore triste. La musica era alta e una canzone Punk dei Rancid iniziò. Era incasinata e confusa, ma diceva qualcosa come:
… when i’ve got the music i’ve got a place to go…
Quel giorno Jonny fece la sua prima timida comparsa nella mia vita, e iniziò a cercare la sua musica, il suo flusso, The flow.
…
Mi svegliai con la testa pesante per la festa della notte prima, accessi il cellulare per l’ultima volta, cercai la casella dei messaggi e iniziai a scrivere:
- Addio amico. Oggi pomeriggio parto, ho un posto che mi aspetta su un aeroplano che volerà verso l’Alaska. Come sai dopo l’esperienza con quel profeta volevo partire e stavo cercando un progetto di volontariato in Europa. Mi è capitato sotto gli occhi uno in Alaska, una terra che sognavo. È un segno. Oggi parto. Quel progetto dura solo 2 settimane ma io non so quanto starò via, ne dove andrò, questa volta voglio andare fino in fondo, trovare quel flusso di cui tanto abbiamo parlato . Ho pochi soldi con me, ma lavorerò alla pari nelle fattorie e mi farò ospitare, sono sicuro che me la caverò. Ti voglio bene amico. Jonny.-
Spensi il cellulare e lo gettai in fondo al cassetto .
Il Viaggio inizia da piccole cose come spegnere per l’ultima volta la televisione, un ultimo brindisi con gli amici, lasciare le chiavi a casa perchè non serviranno più, cose così.
Una gran decisione che ti si legge nel volto quando stringi l'ultima mano e sali sull'aereo senza idea di ritorno, senza sapere dove ti porterà veramente.
Ci entri dentro come nell'abbraccio della donna che hai sempre sognato, ti devi abbandonare completamente, solo così potrai arrivare al tuo Nirvana, e quello che succede allora e' talmente pieno e vero che non puoi più raccontarlo, puoi solo scrivere che si chiama VITA.
---
Da più di 2 anni ero tornato da un viaggio in sud America. Avevo cercato di reintegrarmi nel lavoro e nel modo di vivere della città ma non mi sentivo vivo.
Un incontro importante con un profeta mi aveva fatto infine decidere di riprendere la strada. Avevo iniziato cercando progetti di volontariato e lavoro alla pari in fattorie organiche in Europa, un giorno ricevetti una mail di un associazione sportiva per disabili in Alaska che aveva bisogno di aiuto.
Il grande nord era sempre stato il mio sogno.
Partivo verso Anchorage con una amica, Maya. Avremmo viaggiato insieme nell’ovest del nord America per 3 mesi, spostando là l’idea di lavorare nelle fattorie, per trovare ospitalità avremmo usato CouchSurfing, un gruppo web a cui facevo parte dal viaggio in Sud America.
Avevo richiesto e ottenuto il visto vacanza-lavoro per il Canada valido 6 mesi e avevo meno di 4000 euro in banca.
Lei tornava in Italia a settembre, io semplicemente non sapevo.
Voglio raccontarvi questa storia, un viaggio sincero, disegnato sopra una linea tirata dall’amicizia, dalla ricerca del significato di amare e dalla passione, avventure generate non da meri obbiettivi ma dal lasciarsi andare alla vita imparando che non si può controllare, ma solo giocare con essa nel rispetto scegliendo i propri strumenti. I miei sono il gioco, l’improvvisazione e l’amicizia-amore.
Alaska fu lo schiaffo per svegliarsi.
Canada il richiamo alla fede vivendo il sogno e il suo abbandono.
Messico fu la perdita del concetto tempo.
Fiji il mare lontano
Nuova Zelanda l’incubo del paradiso sognato.
Australia l’idea.
Thailandia la concretizzazione di un pensiero differente, silenzioso.
Il posto scompare, il tempo diventa prigione.
La terra non è un posto da visitare è casa nostra.
Voglio raccontarvi la storia sincera di Jonny Avventura.
Ti svegli poi la mattina riposato, e sai che manca poco, 4 giorni, un paio di settimane al Natale che passerai con la famiglia, quindi bue e asinello anche se lama e guanaco sarebbero più a tema con le terre dalle quali arrivi, le Ande.
Ti svegli nuovo e fuori dal vetro appare un giorno strano, stai venendo dal deserto dopotutto, è uno di quei tuoi giorni dove la mente viaggia lontano.
Quei giorni. Uno di quelli hai deciso di uscire alla luce a giocare in questo buffo e assurdo mondo.
A day of cold november rain. Siamo in dicembre e non fa freddo essendo nell’emisfero australe, ma la sensazione è quella, come un regalo per trovare la mente giusta per pensare a quello che sta succedendo.
Sto tornando a casa, il viaggio in sud America è finito.
Vedo Bologna, una figura incappucciata sui gradini della piazza con una birra in mano. Vedo il mio skate scivolare veloce sul tubo di ferro della rampa e sento gli amici gridare, sento la mia mano che veloce accarezza un ripido pendio di fresca neve vergine mentre cavalco con lo snowboard su quelle montagne che sempre più amo, e sento gli abbracci di tutti gli amici.
Trascino i miei passi in quest’ultima notte su strade di una città ormai conosciuta, sento musica che attraversa le orecchie ma non penetra nel corpo. Come sagoma invisibile mi nascondo nel cappuccio per vedere e non essere visto, solo due occhi invisibili che osservano scivolando su una melodia che viene da dentro, dalla colonna sonora ormai innestata nel cervello.
Storie per le strade del mondo che scorrono su sequenze di mattonelle poco colorate illuminate da lampade giallastre, piedi che pestano, scivolano o a volte calciano.
Flash di immagini che appaiono come rutti improvvisi, tirando su vecchi odori, come una jeep color salmone o l’odore gelido di passi scanditi dal freddo, verso quella casa sconosciuta e una festa.
A volte tutto si ferma e tu lo sai,
“…everybody need some times on their own, everybody need some times all alone…” e realizzi che sei di nuovo solo tu con le tue gambe, che ancora spingeranno una matta mente verso l’ignoto…forse.
Difficile fissare una mente in una vita tempestosa.
Jonny AvventurA
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Erano passati più di 4 anni da quel giorno.
Jonny era seduto alla scrivania della sua stanza, erano le tre di notte. L'incenso spandeva il suo aroma, mentre cinque viaggiatori recuperati per strada dormivano sparpagliati per la sua casa dopo una deliziosa cena iraniana, c’era molto amore nell’aria.
La luna sarebbe stata piena in ventiquattro ore ma in quel momento non brillava di meno splendore, fiera in fronte alla grande finestra di quella stanza in Nuova Zelanda. La musica alla radio era perfetta per viaggiare ancora un po più in là.
Jonny was feeling so blessed.
Fissò la luna a lungo, ricordando tutte quelle volte che si era trovato solo con lei in posti meravigliosi, o in situazioni assurde. Luna piena è tempo di arte.
Ma ci fu una volta in cui la luna aveva sancito qualcosa di veramente unico.
…
Gli alberi stavano di nuovo diventando sagome nere all’orizzonte. L’odore della salvia bruciata nella cerimonia in onore della montagna riempiva l’accampamento, un semplice bivacco in una nicchia protetta dal vento. Mentre infilato nel sacco a pelo mi coprivo con un telo di plastica, mi venne in mente quella volta sulle Ande al confine con la Bolivia quando percorrevo un sentiero di antiche cerimonie.
Guardai ancora il fuoco prima di scomparire sotto i teli, come quella volta, solo con un nome diverso, grazie Papa Tua Nuku, grazie Pachamama, grazie Madre Terra.
All’alba sarei ripartito, mancavano ancora 20 km per arrivare al monte del profeta dai capelli verdi.
Questa storia era cominciata poco tempo prima, non mi sentivo bene, avevo perso di vista il senso in questa vita, che a forza avevo cercato di far rientrare negli standard di un lavoro, amici, una ragazza e delle vacanze. Non stava funzionando per niente.
Un giorno più confuso del solito, davanti a uno specchio, dove nessuno mi potesse sentire ne giudicare mi guardai in faccia e a voce alta mi posi qualche semplice domanda:
Sei felice? Stai vivendo la tua leggenda personale? Cosa Desideri?
No. Non lo stavo facendo, non lo sapevo. Molte domande e dubbi mi affollavano la testa, avevo bisogno di un consiglio.
Una vecchia pazza mi aveva confidato di conoscere un profeta che una volta l’aveva aiutata. La donna, considerata squilibrata dalla gente, aveva negli occhi una scintilla che chi la giudicava non aveva. Decisi di ascoltarla e di andare a cercare il profeta.
- Si fa chiamare il profeta dai capelli verdi, alla base della montagna lo conoscono. Chiedi di lui, ma vai solo.- Così mi disse.
Così ora mi trovavo qua.
…
Il profeta guardo Jonny negli occhi.
Un corvo passò e lancio un occhiata curiosa ai 2 personaggi che si stagliavano all'uscita della grotta; due sagome che diventavano nei profili nel tramonto, unendosi a quel unica visione cosmica.
Poi lui parlò:
- Non so Jonny, il tuo futuro e' incerto.
Anche io posso dirti poco, molti ti direbbero che potresti fare una brutta fine. -
Jonny abbasso gli occhi, ma un leggero sorriso di serenità e consapevolezza comparve sul suo viso.
Guardò il profeta e fece per parlare, ma si fermò.
- No, non dire niente Jonny. Lo so.
Non e' il futuro quello che vai cercando, ne' la certezza. Già hai trovato la chiave per le porte della percezione. –
Il profeta guardò il cielo.
Il sole era già dietro la cordigliera aguzza di roccia nera, il cielo era arancio e i raggi del sole attraversavano le nuvole basse tagliando il cielo.
Respirò a fondo rumorosamente.
Si vuotò, poi si riempì, poi parlò.
- Nei tuoi occhi c'e' la mappa del tuo cammino.
Verdi come i frutti della terra, gli alberi, custodi della vita, messaggeri del cuore della terra, cambiano con le stagioni di colore e umore, come i tuoi occhi.
La tua compagna avrà occhi di terra, madre generatrice di vita, custode del cuore. In lei pianterai le tue radici e potrai finalmente far sbocciare le tue gemme.
Troverai in lei la pace e il luogo che quasi possiedi, che hai compreso, ma sai che ti manca una parte.
Trovala negli occhi. Saprai!
E vostro figlio avrà occhi di cielo, frutto della vostra evoluzione e amore, si innalzerà verso il cielo per completare il ciclo divino. –
- Grazie profeta. –
- Ora vai Jonny. –
Jonny unì le mani davanti alla fronte come in preghiera e le fece scendere sul cuore, si inchinò con rispetto.
- Namaskar dada –
Fece un grande respiro, attirando a se l'energia di quel luogo magico, poi si vuotò i polmoni restituendo quella energia caricata della sua gratitudine.
Si congedò dal profeta e si infilò l'imbrago per andarsene.
Arrivare non era stato facile, aveva scalato pareti molto verticali, la discesa non sarebbe stata una passeggiata.
Fissò un ancoraggio intorno a uno spuncione solido per calarsi e gettò la corda oltre il margine verso l'abisso, la passò attraverso il discensore e fece un nodo proust di sicurezza.
Lentamente caricò il peso nel imbrago e si sporse verso l'aria sottile, guidato ora dalla luce della luna.
Era sempre emozionante per Jonny calarsi sospeso da quella corda da 9 mm verso la ferma valle; una piccola sagoma nera che scendeva lungo una linea come un piccolo ragno.
Ora sapeva.
Negli occhi.
Forse avrebbe vagato per sempre impazzito di vita, ma forse l'avrebbe trovata.
Jonny aveva deciso, sarebbe partito alla scoperta di quello che il mondo aveva da insegnargli.
Sarebbe partito alla ricerca di quegli occhi, che forse erano metafora.
Sarebbe partito alla scoperta dell’amore e della fede.
…
Ma chi è Jonny Avventura?
Jonny è colui che osa spingersi nel regno del desiderio, dove ogni certezza traballa instabile, è la voce dell’istinto e della passione più ancestrale che si possa trovare. È anche la voce della pazzia genuina, un essere talmente eclettico e vario che è impossibile trovarne una definizione. Mentre qualcuno ci sta pensando, lui si è già lanciato in una nuova avventura che lo trasformerà completamente. Ogni giorno Jonny nasce nuovo e pronto a vedere che avventura gli porterà la vita, senza passato a cui attaccarsi per scegliere cosa è stato, senza futuro al quale guardare per decidere cosa vorrà essere.
Jonny è.
È il jolly, l’elemento casualità che aiuta a comporre i giochi.
Incosciente e imprevedibile, le sue parole spesso sono accecate da una passione per la vita che lo fa farneticare. Zitto Jonny, è meglio che metti in moto l’avventura piuttosto.
Jonny ambisce ad essere puro, non perfetto, ne giusto ne sbagliato. Vuole giocare la vita, perché è troppo bella per fare i seri. Seri per cosa poi?
Jonny è il mio super eroe preferito.
Io sono con Jonny, o Jonny tenta di essere me, o io lui?
…
In un freddo inverno sperso tra le alpi era parcheggiato un vecchio furgone di nome Renata. Croste di ghiaccio ne ricoprivano il lato esposto a nord. Quel giorno il sole era alto e forte, ma il clima era triste in quel luogo, si respirava solitudine e abbandono mentre a torso nudo un mio io passato cercava di gelare via i demoni e di scaldare un cuore triste. La musica era alta e una canzone Punk dei Rancid iniziò. Era incasinata e confusa, ma diceva qualcosa come:
… when i’ve got the music i’ve got a place to go…
Quel giorno Jonny fece la sua prima timida comparsa nella mia vita, e iniziò a cercare la sua musica, il suo flusso, The flow.
…
Mi svegliai con la testa pesante per la festa della notte prima, accessi il cellulare per l’ultima volta, cercai la casella dei messaggi e iniziai a scrivere:
- Addio amico. Oggi pomeriggio parto, ho un posto che mi aspetta su un aeroplano che volerà verso l’Alaska. Come sai dopo l’esperienza con quel profeta volevo partire e stavo cercando un progetto di volontariato in Europa. Mi è capitato sotto gli occhi uno in Alaska, una terra che sognavo. È un segno. Oggi parto. Quel progetto dura solo 2 settimane ma io non so quanto starò via, ne dove andrò, questa volta voglio andare fino in fondo, trovare quel flusso di cui tanto abbiamo parlato . Ho pochi soldi con me, ma lavorerò alla pari nelle fattorie e mi farò ospitare, sono sicuro che me la caverò. Ti voglio bene amico. Jonny.-
Spensi il cellulare e lo gettai in fondo al cassetto .
Il Viaggio inizia da piccole cose come spegnere per l’ultima volta la televisione, un ultimo brindisi con gli amici, lasciare le chiavi a casa perchè non serviranno più, cose così.
Una gran decisione che ti si legge nel volto quando stringi l'ultima mano e sali sull'aereo senza idea di ritorno, senza sapere dove ti porterà veramente.
Ci entri dentro come nell'abbraccio della donna che hai sempre sognato, ti devi abbandonare completamente, solo così potrai arrivare al tuo Nirvana, e quello che succede allora e' talmente pieno e vero che non puoi più raccontarlo, puoi solo scrivere che si chiama VITA.
---
Da più di 2 anni ero tornato da un viaggio in sud America. Avevo cercato di reintegrarmi nel lavoro e nel modo di vivere della città ma non mi sentivo vivo.
Un incontro importante con un profeta mi aveva fatto infine decidere di riprendere la strada. Avevo iniziato cercando progetti di volontariato e lavoro alla pari in fattorie organiche in Europa, un giorno ricevetti una mail di un associazione sportiva per disabili in Alaska che aveva bisogno di aiuto.
Il grande nord era sempre stato il mio sogno.
Partivo verso Anchorage con una amica, Maya. Avremmo viaggiato insieme nell’ovest del nord America per 3 mesi, spostando là l’idea di lavorare nelle fattorie, per trovare ospitalità avremmo usato CouchSurfing, un gruppo web a cui facevo parte dal viaggio in Sud America.
Avevo richiesto e ottenuto il visto vacanza-lavoro per il Canada valido 6 mesi e avevo meno di 4000 euro in banca.
Lei tornava in Italia a settembre, io semplicemente non sapevo.
Voglio raccontarvi questa storia, un viaggio sincero, disegnato sopra una linea tirata dall’amicizia, dalla ricerca del significato di amare e dalla passione, avventure generate non da meri obbiettivi ma dal lasciarsi andare alla vita imparando che non si può controllare, ma solo giocare con essa nel rispetto scegliendo i propri strumenti. I miei sono il gioco, l’improvvisazione e l’amicizia-amore.
Alaska fu lo schiaffo per svegliarsi.
Canada il richiamo alla fede vivendo il sogno e il suo abbandono.
Messico fu la perdita del concetto tempo.
Fiji il mare lontano
Nuova Zelanda l’incubo del paradiso sognato.
Australia l’idea.
Thailandia la concretizzazione di un pensiero differente, silenzioso.
Il posto scompare, il tempo diventa prigione.
La terra non è un posto da visitare è casa nostra.
Voglio raccontarvi la storia sincera di Jonny Avventura.
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